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ZAVEDOS

PHARMACIA& UPJOHN SpA
PRINCIPIO ATTIVO:
Idarubicina cloridrato.
ECCIPIENTI:
Cellulosa microcristallina, glicerile palmito-stearato. Costituenti della capsula: gela-tina, titanio biossido E171, ossido di ferro rosso E172 (solo cps 5 mg e 10 mg).
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
Citostatico.
INDICAZIONI:
LEUCEMIA ACUTA NON LINFOBLASTICA (ANLL). Trattamento della leucemia acuta nonlinfoblastica (ANLL) dell`adulto in prima linea e/o in pazienti recidivati o refrattari a precedenti
trattamenti, quando non e` possibile la somministrazione per via endovenosa. Puo` essere usatoin associazione con altri farmaci citotossici in regimi polichemioterapici. C
ANCRO DELLA MAMMELLA IN STADIO AVANZATO. E` indicato nel trattamento del carcinoma della mammella in stadioavanzato dopo fallimento del trattamento chemioterapico di prima linea, non comprendente
l`uso di antracicline, o in quello di pazienti non piu` responsive alla terapia ormonale. Pu`o essereusato in combinazione con altri antitumorali.
CONTROINDICAZIONI:
Ipersensibilita` nota al farmaco e/o ad altre antracicline. Non deve esseresomministrato a pazienti con gravi insufficienze renali ed epatiche o in pazienti con infezioni non controllate.
EFFETTI INDESIDERATI:
Grave mielodepressione e cardiotossicita` sono i due maggiori effetti collaterali.Altre reazioni avverse includono: alopecia reversibile nella maggior parte dei pazienti trattati alla
dose consigliata per la leucemia, ed in circa la meta` dei pazienti trattati alle dosi consigliate peril cancro della mammella; nausea e vomito acuti; mucosite che di solito si manifesta a livello della mucosa orale e compare dopo 3 - 10 giorni dall`inizio del trattamento; esofagite; diarrea;febbre; tremori; eruzione cutanea; aumento degli enzimi epatici e della bilirubina in circa il 10- 20% dei casi. In pazienti con leucemia sono stati segnalati brividi. Gravi e talora fatali infezionisono state messe in rapporto con l`impiego dell`idarubicina sola ed in combinazione. Sono stati riportati casi di grave enterocolite con perforazione; raramente ulcera gastrointestinale e/o san-guinamento. L`idarubicina puo` dare un colore rosso alle urine per 1-2 giorni dopo la somministrazione; si deve avvertire il paziente che il fenomeno non deve destare preoccupazione.
PRECAUZIONI D`IMPIEGO:
La terapia richiede una stretta sorveglianza del paziente ed un monito-raggio dei dati di laboratorio. Puo` verificarsi una iperuricemia secondaria a rapida lisi delle cellule leucemiche. Si raccomanda quindi un attento monitoraggio dei livelli dell`uricemia el`intervento con una appropriata terapia in caso di un suo aumento. Prima dell`inizio del trattamento si dovranno prendere misure appropriate per controllare eventuali infezioni sistemiche.Prima della somministrazione accertarsi che le capsule siano intatte. Dovrebbero essere assunte con un po` d`acqua e non succhiate, prese a pezzetti o masticate. In caso la polvere dellecapsule venga a contatto accidentalmente con occhi, pelle o mucosa, la zona dovrebbe essere accuratamente lavata con acqua. E` opportuno, in questi casi, richiedere assistenza medica.
AVVERTENZE SPECIALI:
Zavedos deve essere usato sotto il controllo di persone esperte nella chemio-terapia antitumorale. Il farmaco non dovrebbe essere somministrato a pazienti con preesistente
depressione del midollo osseo indotta da precedente terapia farmacologica e/o radiante, ameno che i benefici possano giustificare i rischi. In assenza di informazioni sufficienti si raccomanda di non somministrare idarubicina orale a pazienti che abbiano subito terapia radiante otrapianto di midollo. Malattie cardiache preesistenti e terapia precedente con antracicline, specialmente ad elevato dosaggio cumulativo, o con altri agenti potenzialmente cardiotossici, sonocofattori che aumentano il rischio di tossicita` cardiaca indotta dalla idarubicina; in tali pazienti, prima di iniziare il trattamento con Zavedos, dovrebbe essere soppesato il rapporto rischio/be-neficio della terapia con idarubicina. Come la maggior parte degli agenti citotossici, idarubicina ha proprieta` mutagena ed e` cancerogena nel ratto. M IDOLLO OSSEO. Deprime fortemente il mi-dollo osseo. Ai dosaggi terapeutici, la mielodepressione si manifesta in tutti i pazienti, a carico soprattutto dei globuli bianchi. Pertanto e` necessario un attento monitoraggio ematologico deigranulociti, dei globuli rossi e delle piastrine. Dovranno essere effettuati esami di laboratorio per monitorare la tollerabilita` del farmaco, ed adeguate terapie di supporto per proteggere il pazientecompromesso dalla tossicita` della sostanza. In caso di un grave stato emorragico e/o di una grave infezione dovra` essere possibile poter intervenire con prontezza ed efficacia. CARDIOTOSSICITA`. Effetti tossici sul miocardio, rappresentati da insufficienza cardiaca congestizia, aritmieacute o altre cardiomiopatie, potenzialmente fatali, possono comparire durante o alcune settimane dopo il termine della terapia. Sebbene non possa essere ancora definito un limite al do-saggio cumulativo, i dati disponibili su pazienti trattati con Zavedos capsule indicano che dosi totali limite fino a 400 mg/m2 hanno una bassa probabilita` di indurre cardiotossicita`. In caso diinsufficienza cardiaca congestizia, e` indicato un trattamento con digitale, diuretici, dieta povera di sodio e riposo a letto. La funzione cardiaca deve essere attentamente monitorata durante iltrattamento allo scopo di minimizzare i rischi di cardiotossicita` del tipo descritto per altre antracicline. Il rischio di tale tossicita` miocardica puo` aumentare in seguito ad una concomitante oprecedente irradiazione dell`area mediastinico-pericardica o ad un trattamento con altri agenti potenzialmente cardiotossici oppure in pazienti con una particolare situazione clinica dovutaalla malattia (anemia, depressione del midollo osseo, infezioni, pericardite e/o miocardite leucemica). Sebbene non esista alcun metodo attendibile per prevedere la comparsa di un`insuf-ficienza cardiaca congestizia acuta, la cardiomiopatia indotta dalle antracicline e` di solito associata ad una persistente riduzione di voltaggio del complesso QRS, ad un aumento oltre ilimiti normali del tempo di intervallo sistolico (PEP/LVET) e ad una diminuzione della frazione di eiezione del ventricolo sinistro (LVEF). Prima di iniziare la terapia e durante il trattamento conZavedos, dovrebbero essere effettuati un elettrocardiogramma o un`ecocardiografia per la determinazione della LVEF. Una diagnosi precoce del danno miocardico indotto e` importante aifini del proseguimento del trattamento farmacologico dello stesso. V
ALUTAZIONE DELLA FUNZIONALITA` GASTROINTESTINALE. In pazienti in trattamento con idarubicina orale per leucemia acuta conprecedenti di altre patologie/trattamenti che potrebbero aver causato complicanze gastrointestinali, sono stati osservati occasionalmente gravi effetti indesiderati a livello di quest`organo(perforazione o sanguinamento). Pertanto il medico dovrebbe valutare il rapporto rischio/beneficio della terapia con Zavedos capsule in quei pazienti con malattia G.I. in fase attiva dove esi-ste un aumentato rischio di sanguinamento e/o di perforazione. V
ALUTAZIONE DELLA FUNZIONALITA` EPATICA. Dato che una compromissione della funzionalita` epatica puo` ostacolare la biodisponi-bilita` dell`idarubicina, la funzionalita` del fegato dovrebbe essere valutata con esami clinici di laboratorio (usando come indicatore il valore della bilirubina) prima e durante il trattamento. Inalcuni studi clinici, se i livelli di bilirubina eccedevano i 2 mg/100 ml, il farmaco non veniva somministrato. Con altre antracicline, in presenza di livelli di bilirubina compresi tra 1,2-2,0 mg/100 ml, la dose veniva ridotta al 50%. In alcuni studi clinici condotti nel cancro della mammella, la dose di idarubicina somministrata oralmente e` stata ridotta del 50% se durante il trattamentoil livello di bilirubina raggiungeva i 2 - 3 mg/100 ml, e, in presenza di livelli di bilirubina >3 mg/ 100 ml, il trattamento veniva sospeso. USO IN CASO DI GRAVIDANZA E D`ALLATTAMENTO. Non vi sonoinformazioni adeguate circa una possibile influenza dell`idarubicina sulla fertilita` umana o su una sua azione teratogena. Tuttavia nel ratto (ma non nel coniglio) e` teratogena ed embriotossica.Nelle donne in eta` fertile si sconsiglia una gravidanza. Dovendo usare Zavedos in gravidanza o
nel caso che una paziente diventi gravida durante la terapia, si dovra` informare la donna dei po-tenziali rischi per il feto. Pertanto l`impiego del farmaco in queste condizioni deve essere oggetto di una decisione congiunta del medico e della paziente. Si avvertano le madri di non allattare alseno in corso di trattamento. E
FFETTI SULLA CAPACITA` DI GUIDARE E SULL`USO DI MACCHINE. Se du-rante il trattamento e` necessario guidare o operare su macchinari, i pazienti devono prestare
particolare attenzione, soprattutto se in condizioni debilitate.
INTERAZIONI:
E` un potente mielodepressore; e` presumibile pertanto che i regimi polichemiote-rapici, che contengano altri agenti dotati di azione simile, diano luogo ad una piu` accentuata
depressione midollare. Un simile effetto e` prevedibile anche in seguito a trattamento radiotera-pico delle metastasi eseguito in concomitanza o nelle 2 - 3 settimane precedenti il trattamento con Zavedos. Il cibo non sembra ridurre l`assorbimento dell`idarubicina, pertanto puo` esseresomministrato con un pasto leggero.
POSOLOGIA:
Il dosaggio e` in genere calcolato in base alla superficie corporea. Come agente sin-golo la dose suggerita nell`ANLL dell`adulto e` di 30 mg/m
2 al giorno per via orale per 3 giorni,
oppure tra 15 e 30 mg/m2 al giorno per 3 giorni in combinazione con altri agenti citotossici.Come agente singolo la dose suggerita nel carcinoma della mammella in stadio avanzato e` di
45 mg/m2 somministrata per via orale in dose unica o suddivisa in 3 giorni consecutivi (15 mg/m
2/die) e da ripetere ogni 3 - 4 settimane in funzione del ritorno alla normalita` ematologica. In
combinazione con altri agenti chemioterapici si puo` somministrare una dose di 35 mg/m 2 pervia orale in un unico giorno. Tuttavia questo dosaggio deve tener conto del quadro ematologico
iniziale della paziente e del dosaggio degli altri farmaci impiegati nello schema di polichemiote-rapia. Nei pazienti con insufficienza epatica si consiglia una riduzione del dosaggio. Assicurarsi che le capsule siano intatte prima della somministrazione. Dovrebbero essere assunte con unpo` d`acqua e non dovrebbero essere succhiate, prese a pezzetti o masticate. Ingerire la capsula direttamente dal flaconcino evitando il contatto diretto con la cute. Assumere le capsule con unpasto leggero.
SOVRADOSAGGIO:
Sebbene l`impiego della dose singola sia destinato a ridurre il rischio di sovrado-saggio e pur non essendoci dati in merito a questo evento, se cio` dovesse accadere, occorre provvedere al piu` presto ad una lavanda gastrica. Il paziente deve essere tenuto sotto osserva-zione per possibili emorragie gastrointestinali e gravi danni alle mucose. Dosaggi molto elevati di idarubicina possono provocare tossicita` miocardica acuta entro le 24 ore e grave mielode-pressione entro 1-2 settimane. In questi casi va instaurato un trattamento di supporto che preveda trasfusioni di sangue e l`isolamento del paziente. Sono stati segnalati casi di insufficienzecardiache tardive fino a parecchi mesi dopo il sovradosaggio con antracicline. I pazienti dovranno essere sorvegliati attentamente e se dovessero insorgere segni di insufficienza cardiaca, do-vrebbero essere trattati secondo i metodi convenzionali.


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