A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

Home > Z > ZAVEDOSINIETTABILE





ZAVEDOSINIETTABILE

PHARMACIA & UPJOHN SpA
PRINCIPIO ATTIVO:
Idarubicina cloridrato.
ECCIPIENTI:
Lattosio. Fiala solvente (solo Zavedos 5 mg): acqua per preparazioni iniettabili 5 ml.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
Citostatico.
INDICAZIONI:
Agente antimitotico e citotossico. Leucemia acuta non-linfocitica (LANL) nell`adul-to. L`idarubicina e` in grado di indurre remissione sia come terapia di prima linea che in pazienti
recidivanti o refrattari. Leucemia acuta linfocitica (LAL) nell`adulto e nel bambino come tratta-mento di seconda linea.
CONTROINDICAZIONI:
La terapia non dovrebbe essere instaurata in pazienti con gravi danni epa-tici e renali o in pazienti con infezioni non controllate.
EFFETTI INDESIDERATI:
Grave mielodepressione e cardiotossicita` sono i due effetti indesiderati piu` im-portanti. Altre reazioni avverse sono: alopecia reversibile nella maggior parte dei pazienti; nausea e vomito acuto; mucosite, che solitamente interessa il cavo orale e compare 3-10 giornidopo l`inizio del trattamento; esofagite e diarrea; febbre, brividi, eruzione cutanea; aumento degli enzimi epatici e della bilirubina in circa il 20% - 30% dei casi. Infezioni gravi e talvolta fatali sonostate messe in rapporto con l`impiego dell`idarubicina sola od in combinazione con citarabina. L`idarubicina puo` impartire un colore rosso alle urine per 1-2 giorni dopo la somministrazione:si deve avvertire il paziente che il fenomeno non deve destare preoccupazione.
PRECAUZIONI D`IMPIEGO:
La terapia richiede una stretta sorveglianza del paziente ed un monito-raggio di laboratorio. Si raccomanda che i pazienti anziani, durante il periodo di aplasia, vengano sottoposti ad energica terapia di supporto. Puo` indurre un`iperuricemia secondaria a rapidalisi delle cellule leucemiche. Si raccomanda quindi un attento monitoraggio dell`uricemia e l`istituzione di un trattamento adeguato in caso di un suo aumento. Prima dell`inizio della terapia sidovranno prendere misure appropriate per controllare eventuali infezioni sistemiche. Lo stravaso in sede di iniezione endovenosa puo` causare una grave necrosi dei tessuti locali. Il rischiodi tromboflebiti nella zona dell`iniezione puo` essere minimizzato seguendo la procedura raccomandata per la somministrazione. Una sensazione di bruciore nella zona di somministrazioneindica un lieve grado di stravaso. In questo caso si consiglia di interrompere l`infusione e di iniziarla in un`altra vena.
AVVERTENZE SPECIALI:
Zavedos deve essere usato sotto la direzione di persone esperte nella chemio-terapia della leucemia. Il farmaco non dovrebbe essere somministrato a pazienti con preesistente depressione del midollo osseo indotta da precedente terapia farmacologica o daradioterapia, a meno che i benefici giustifichino i rischi. Malattie cardiache preesistenti e precedente terapia con antracicline ad elevato dosaggio cumulativo, o con altri agenti potenzial-mente cardiotossici sono cofattori che aumentano il rischio della tossicita` cardiaca indotta dalla idarubicina, ed in tali pazienti, prima di cominciare il trattamento con Zavedos, dovrebbe esseresoppesato il beneficio in rapporto al rischio della terapia con idarubicina. Come la maggior parte degli agenti citotossici, l`idarubicina possiede proprieta` mutagena ed e` cancerogena nel ratto.M
IDOLLO OSSEO. Zavedos inibisce fortemente l`attivita` del midollo osseo. La mielodepressione simanifesta ai dosaggi terapeutici in tutti i pazienti, a carico soprattutto dei globuli bianchi. E` pertanto necessario un attento monitoraggio ematologico, che comprende i granulociti, i globulirossi e le piastrine. Piu` in generale dovranno essere accessibili indagini di laboratorio atte a tenere sotto controllo la tollerabilita` del farmaco e si dovra` disporre delle misure di supporto ingrado di mantenere sotto protezione un paziente compromesso dagli eventuali effetti tossici del farmaco. In caso di un grave stato emorragico e/o di una grave infezione dovra` essere possibileintervenire con prontezza e con efficacia. C
ARDIOTOSSICITA`. Effetti tossici sul miocardio, rappre-sentati da insufficienza cardiaca congestizia potenzialmente fatale, aritmie acute minacciose
per la vita o altre cardiomiopatie, possono comparire durante la terapia o alcune settimane dopoil termine della terapia. In questi casi sono indicati un trattamento con digitale, diuretici, riduzione di sodio e riposo a letto. La funzione cardiaca dovrebbe essere attentamente monitorata du-rante il trattamento, allo scopo di minimizzare i rischi della tossicita` cardiaca del tipo descritto per altre antracicline. Il rischio di tale tossicita` miocardica puo` elevarsi in seguito ad una con-comitante o precedente irradiazione dell`area mediastinica pericardica o a un trattamento con altri agenti potenzialmente cardiotossici oppure in pazienti con una particolare situazione clinicasecondaria alla loro malattia (anemia, depressione del midollo osseo, infezioni, pericardite e/o miocardite leucemica). Sebbene non esista alcun metodo attendibile per prevedere la compar-sa di un`insufficienza cardiaca congestizia acuta, la cardiomiopatia indotta dalle antracicline si accompagna solitamente con una persistente riduzione di voltaggio dell`onda QRS, un aumentooltre i limiti normali del tempo d`intervallo sistolico (PEP/LVET) e una diminuzione della frazione di eiezione del ventricolo sinistro (LVEF) dai valori di base pretrattamento. Durante il trattamen-to con Zavedos e prima di iniziare la terapia dovrebbero essere attuati un elettrocardiogramma o un`ecocardiografia ed una determinazione della frazione d`eiezione ventricolare sinistra. Unadiagnosi clinica precoce di cardiomiopatia indotta e` importante per il successo del trattamento farmacologico della stessa. V ALUTAZIONE DELLA FUNZIONALITA` EPATICA E RENALE. Dato che unacompromissione della funzionalita` epatica o renale puo` ostacolare l`eliminazione dell`idarubicina, la funzionalita` del rene e del fegato dovrebbe essere valutata mediante indagini chimico-cli-niche di routine, prima e durante il trattamento (usando come indicatori la bilirubinemia e la creatininemia). In alcuni studi clinici di fase III, se i livelli sierici di bilirubina e/o di creatininaeccedevano i 2 mg/100 ml, il trattamento con idarubicina e` stato sospeso. Con altre antracicline, in presenza di livelli di bilirubina e creatinina di 1,2-2,0 mg/100 ml, la dose viene general-mente ridotta del 50%. Nella formulazione in polvere il contenuto della fiala e` a pressione negativa per evitare la formazione di aerosol durante la ricostituzione: deve essere esercitataparticolare cautela nell`inserimento dell`ago nel flacone. Evitare l`inalazione dell`aerosol eventualmente prodottosi durante la ricostituzione. Si raccomanda di seguire le seguenti misure disicurezza, valide per tutti gli agenti antineoplastici: il personale dovrebbe essere addestrato nella buona tecnica di ricostituzione e di manipolazione; il personale in stato di gravidanza deve es-sere escluso da tali compiti; il personale che manipola il farmaco dovrebbe vestire indumenti protettivi: occhiali, camici, maschere e guanti "usa e getta"; andrebbe individuata una zona spe-cifica dove ricostituire il farmaco (preferibilmente dotata di un sistema a flusso laminare verticale); la superficie di lavoro andrebbe protetta con una carta assorbente, col fondo plastificato;tutti gli articoli usati per la ricostituzione, la somministrazione e la pulizia, inclusi i guanti, dovrebbero essere posti in sacchi a perdere per rifiuti ad alto rischio, per l`incenerimento ad ele-vate temperature; in caso di contatto accidentale del farmaco con la cute o con gli occhi, detergere immediatamente con abbondante acqua, acqua e sapone o con una soluzione di so-dio bicarbonato e richiedere assistenza medica; perdite o fuoriuscite accidentali del farmaco vanno eliminate con soluzione di sodio ipoclorito (all`1%), e successivamente con acqua; i ma-teriali per la pulizia devono essere eliminati come precedentemente indicato.
INTERAZIONI:
E` un potente mielodepressore; e` presumibile pertanto che i regimi chemioterapicicombinati che contengono altri agenti dotati di azione simile diano luogo a una piu` accentuata depressione midollare. Non va mescolato con eparina in quanto ne potrebbe derivare la forma-zione di un precipitato. E` inoltre sconsigliabile mescolare Zavedos con altri farmaci. Va evitato
il contatto prolungato con una qualsiasi soluzione a pH alcalino in quanto cio` darebbe luogo alladegradazione del farmaco.
POSOLOGIA:
LEUCEMIA ACUTA NON-LINFOCITICA (LANL). Nella LANL dell`adulto, la dose di Zavedosconsigliata e` di 12 mg/m
2 e.v. al giorno per 3 giorni in un regime di combinazione con citarabina. Un altro schema di dosaggio utilizzato nella LANL in monoterapia ed in combinazione, e` di8 mg/m
2 e.v. al giorno per 5 giorni. LEUCEMIA ACUTA LINFOCITICA (LAL). Come agente singolo nella
LAL la dose suggerita negli adulti e` di 12 mg/m2 e.v. al giorno per 3 giorni e nei bambini e` di 10mg/m
2 e.v. al giorno per 3 giorni. E` necessario comunque adattare gli schemi posologici suggeriti alle condizioni ematologiche del paziente e, in regime di combinazione, ai dosaggi deglialtri farmaci citotossici. Per preparare la soluzione da iniettare, il contenuto della fiala di Zavedos
va disciolto in acqua per preparazioni iniettabili. Le quantita` di diluente da usare sono
:
5 ml peril flacone da 5 mg e 10 ml per quello da 10 mg. Zavedos deve essere somministrato solo per via endovenosa. E` opportuno eseguire la somministrazione endovenosa nell`arco di 5-10 mi-nuti attraverso il tubolare di una fleboclisi di soluzione fisiologica in corso, dopo essersi accertati che l`ago sia perfettamente in vena. Questa tecnica riduce il pericolo di trombosi o distravaso perivenoso, evento che puo` condurre a grave cellulite e necrosi. Una sclerosi venosa puo` essere osservata quando l`iniezione sia eseguita in piccoli vasi o venga ripetuta nella stessavena. Solitamente la dose viene calcolata in base alla superficie corporea. U
SO IN CASO DI GRAVIDANZA E DI ALLATTAMENTO. Non vi sono attualmente informazioni adeguate circa una possibileinfluenza del farmaco sulla fertilita` maschile e femminile, o su una sua azione teratogena
nell`uomo, tuttavia, nel ratto (ma non nel coniglio) esso e` teratogeno ed embriotossico. Alledonne fertili si dovra` consigliare di adottare misure contraccettive. Dovendo usare in gravidanza o nel caso che una paziente diventi gravida in corso di trattamento, occorrera` informare la don-na dei potenziali rischi per il feto. Pertanto l`impiego del farmaco in queste condizioni deve essere oggetto di una adesione congiunta del medico e della paziente. Si avvertano le madri dinon allattare al seno in corso di trattamento.
SOVRADOSAGGIO:
Dosi molto elevate di idarubicina provocano spesso una tossicita` miocardica en-tro 24 ore ed una grave mielodepressione entro una o due settimane. In questi casi va instaurato un trattamento di supporto che preveda trasfusioni sanguigne e l`isolamento del paziente.Insufficienze cardiache tardive sono state segnalate fino a parecchi mesi dopo il sovradosaggio con antracicline. I pazienti dovranno essere sorvegliati attentamente e se dovessero insorgeresegni di insufficienza cardiaca, dovrebbero essere trattati secondo i modelli convenzionali.
STABILITA`:
La soluzione ricostituita e` chimicamente stabile per 48 ore se conservata alla temperatura di +2-o/+8-oC e per 24 ore se conservata a temperatura ambiente. Si raccomanda tuttaviache la soluzione non venga conservata per piu` di 24 ore a +2-o/+8-oC. La parte di soluzione non
utilizzata deve essere eliminata.


©MedicineLab.net