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NIFEDIPINARATIOPHARM

RATIOPHARM ITALIA Srl
PRINCIPIO ATTIVO:
Nifedipina.
ECCIPIENTI:
Saccarosio, amido di mais, lattosio monoidrato, povidone (K30), copolimerodell`acido metacrilico (Eudragit L), talco. Componenti dell`involucro: Titanio biossido (E171),
Ossido di ferro giallo (E172), Ossido di ferro rosso (E172), Ossido di ferro nero (E172), Gela-tina.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
Calcio-antagonista
INDICAZIONI:
Trattamento della cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile (anginada sforzo). Trattamento dell`ipertensione arteriosa.
CONTROINDICAZIONI:
Ipersensibilita` nota al principio attivo o ad altri componenti della formula-zione. Gravidanza accertata o presunta ed in corso di allattamento. Shock cardiovascolare. Trattamento concomitante con rifampicina (in quanto l`induzione enzimatica non consente diottenere livelli plasmatici efficaci di nifedipina).
EFFETTI INDESIDERATI:
Gli effetti indesiderati della nifedipina sono, in genere, transitori e di lieve entita`e sono da attribuire alla sua azione vasodilatatrice; raramente si rende necessario ricorrere alla sospensione del trattamento o ad un adeguamento posologico. Effetti indesiderati che si pos-sono manifestare in piu` dell`1% dei pazienti sono: astenia (stanchezza), vasodilatazione (vampate, sensazione di calore), edema periferico (gonfiore alle estremita` ), giramento di testa,cefalea. Effetti indesiderati che si possono manifestare in meno dell`1% dei pazienti sono: sintomatologia pseudoanginosa, dolore toracico, ipotensione, palpitazione, tachicardia, stipsi,diarrea, nausea, nervosismo, prurito, rash (esantema), alterazione della vista. Effetti indesiderati che si possono manifestare in casi sporadici sono: reazione allergica, sincope, mialgia (do-lore muscolare), tremore, vertigine, dispnea (difficolta` nel respiro), aumento dell`escrezione urinaria giornaliera, iperplasia (rigonfiamento) gengivale, disturbi gastroenterici, alterazione de-gli indici di funzionalita` epatica, agranulocitosi, porpora, iperglicemia, parestesia (formicolio), ginecomastia, dermatite fotosensibile, orticaria. Sono stati, occasionalmente, segnalati anche:anemia, leucopenia, trombocitopenia, epatite, aumento della fosfatasi alcalina o LDH, disturbi della sfera sessuale, ipotensione, pirosi gastrica, flatulenza, crampi intestinali, insonnia, con-gestione nasale, mal di gola, tosse, asma, rigidita` ed infiammazioni articolari, sudorazione, brivido, febbre. Altre formulazioni di nifedipina: reazione allergica (reazione anafilattica). Neipazienti dializzati con ipertensione maligna ed ipovolemia si puo` verificare una importante caduta dei valori pressori a causa della vasodilatazione periferica.
PRECAUZIONI D`IMPIEGO:
Si raccomanda prudenza in caso di marcata ipotensione (pressione si-stolica inferiore a 90 mmHg), manifesta insufficienza cardiaca, ed in pazienti in trattamento con
farmaci beta-bloccanti o farmaci ipotensivi. La nifedipina dev`essere usata con cautela nei pa-zienti con insufficienza epatica ed in corso di gravidanza (vedi controindicazioni ed avvertenze). In situazioni di emergenza ipertensiva, quali ad esempio l`eclampsia, il farmaco deve essere uti-lizzato sotto la responsabilita` e lo stretto controllo del medico. Si raccomanda particolare cautela quando si somministri nifedipina in associazione a solfato di magnesio per via endovenosa,a causa di una possibile eccessiva caduta pressoria.
AVVERTENZE SPECIALI:
La comparsa di edema periferico in pazienti affetti da insufficienza cardiacacongestizia rende necessaria la differenziazione degli edemi dovuti alla nifedipina da quelli conseguenti ad un peggioramento della funzionalita` ventricolare sinistra. In casi isolati e` stata ri-portata l`insorgenza di infarto miocardico, sebbene non sia stato possibile distinguere tali episodi dal corso naturale della malattia di base. Esistono alcune segnalazioni relative all`au-mento di mortalita` e morbilita` nel trattamento della cardiopatia ischemica specialmente con dosaggi superiori a 60 mg/die. Il trattamento con nifedipina nella formulazione a breve duratad`azione puo` aggravare l`angina pectoris. Non esistono prove che l`uso della nifedipina a rilascio immediato sia efficace nella prevenzione secondaria dell`infarto miocardico. Nei pazienti confunzionalita` epatica compromessa puo` rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e, nei casi gravi, una riduzione del dosaggio. La nifedipina e` controindicata incorso di gravidanza, avvertire il proprio medico dell`intenzione di avere un figlio. La nifedipina si e` dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto e nel coniglio, comprese le ano-malie digitali. Tali anomalie sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino. La somministrazione del principio attivo ha comportato una varieta` di effettitossici a carico dell`embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli em-brioni e dei feti (ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto; non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, em-briotossici e fetotossici erano tossici per l`organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori la posologia massima indicata per l`impiego umano. Non esistono studiadeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza. In casi singoli di fertilizzazione in vitro, i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibiliin corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma. Nei casi di ripetuto insuccesso della fertilizzazione in vitro, non riconducibili adaltri motivi, i calcio-antagonisti come la nifedipina dovrebbero essere considerati come possibile causa. Durante il trattamento di pazienti diabetici o a rischio diabetico, dev`essere accura-tamente controllata la glicemia; se compare iperglicemia la terapia dev`essere sospesa. Nei pazienti sotto dialisi, affetti da ipertensione maligna e insufficienza renale irreversibile con ipo-volemia, occorre prestare attenzione in quanto si puo` verificare un notevole calo pressorio a causa della vasodilatazione. La nifedipina passa nel latte materno. Poiche` non esistono dati suipossibili effetti sul neonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo l`allattamento dovrebbe essere interrotto. Le reazioni al farmaco, chevariano da individuo ad individuo, possono compromettere la capacita` di guidare o di usare macchinari. Cio` si riferisce particolarmente all`inizio del trattamento, al cambio del farmaco edin relazione all`assunzione di bevande alcoliche.
INTERAZIONI:
L`effetto di nifedipina sulla pressione arteriosa puo` essere potenziato da quello dialtri farmaci antiipertensivi. Qualora si associ a beta-bloccanti il paziente dovrebbe essere accuratamente sorvegliato poiche` potrebbe manifestarsi ipotensione di grado elevato. E` anchenoto che in casi isolati si e` verificato un peggioramento dell`insufficienza cardiaca. La contemporanea somministrazione di nifedipina e di digossina puo` condurre ad un aumento dei livelliplasmatici di digossina, legato ad una riduzione della sua clearance. A scopo precauzionale il paziente dovrebbe percio` essere controllato per rilevare l`eventuale comparsa di sintomi di so-vradosaggio di digossina e, se necessario, per aggiustare il dosaggio di digossina sulla base dei suoi livelli plasmatici. In singoli casi durante la contemporanea somministrazione di nifedi-pina e chinidina sono stati osservati livelli ridotti di chinidina oppure, dopo sospensione di nifedipina, un netto aumento dei livelli plasmatici di chinidina. Per questa ragione, qualora lanifedipina sia impiegata contemporaneamente o venga sospesa, si raccomanda di mantenere controllata la concentrazione di chinidina e, se necessario, di aggiustarne il dosaggio. La cime-tidina eleva il livello plasmatico di nifedipina e puo` potenziarne l`effetto antiipertensivo. La rifampicina, per il suo effetto d`induzione enzimatica, accelera il metabolismo della nifedipina,
riducendone potenzialmente l`efficacia; per tale motivo l`impiego di nifedipina in combinazionecon rifampicina risulta controindicato. Il diltiazem diminuisce la clearance della nifedipina per cui i due principi attivi dovrebbero essere associati con cautela considerando, eventualmente,la riduzione del dosaggio di nifedipina. L`assunzione contemporanea di succo di pompelmo inibisce il metabolismo ossidativo della nifedipina con conseguente aumento della sua concen-trazione plasmatica che puo` causare un maggiore effetto antiipertensivo. La valutazione dei valori urinari dell`acido vanililmandelico effettuata con il metodo spettrofotometrico, in presenzadi nifedipina, puo` evidenziare falsi incrementi dell`acido stesso; tali valori non vengono, invece, modificati utilizzando il metodo HPLC.
POSOLOGIA:
Il trattamento va possibilmente adattato alle necessita` individuali in funzione dellagravita` della malattia e della risposta del paziente. Nei pazienti con funzionalita` epatica compromessa, puo` rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e, nei casi gra-vi una riduzione del dosaggio. Salvo diversa prescrizione medica per l`adulto, valgono le seguenti direttive posologiche: Adulti (Dosi orientative): 1) In caso di cardiopatia ischemica: an-gina pectoris cronica stabile (angina da sforzo): 1 capsula di Nifedipina-ratiopharm 20 mg capsule rigide a rilascio prolungato 2 volte al di`. In alcuni casi puo` risultare opportuno incrementarela dose fino ad un massimo di 60 mg al di`. In genere le capsule a rilascio prolungato vanno deglutite intere, con poco liquido, indipendentemente dai pasti. L`ingestione contemporanea dialimenti ritarda l`assorbimento ma non lo riduce. 2) In caso di ipertensione arteriosa: 1 capsula di Nifedipina-ratiopharm 20 mg capsule rigide a rilascio prolungato 2 volte al di`. In alcuni casipuo` risultare opportuno incrementare la dose fino ad un massimo di 60 mg al di`. In genere le capsule a rilascio prolungato vanno deglutite intere, con poco liquido, dipendentemente dai pa-sti. L`ingestione contemporanea di alimenti ritarda l`assorbimento ma non lo riduce. L`intervallo di tempo fra due assunzioni di capsule e` di circa 12 ore e non dovrebbe essere inferiore a 4 ore.Qualora in pazienti affetti da angina pectoris non si ottenga un sufficiente risultato terapeutico dopo circa 14 giorni di trattamento, si consiglia su prescrizione medica la somministrazione dinifedipina capsule (10 mg) a rapida azione. Durata del trattamento. La durata del trattamento deve essere stabilita dal medico curante. In relazione alla pronunciata attivita` antiischemica edantiipertensiva, Nifedipina-ratiopharm 20 mg capsule rigide a rilascio prolungato dovrebbe essere sospeso gradualmente, in particolare quando vengono impiegati dosaggi elevati.
SOVRADOSAGGIO:
Sintomi. Nei casi di grave intossicazione da nifedipina sono stati osservati i se-guenti sintomi: disturbi della coscienza fino al coma, calo della della pressione arteriosa, alterazioni del ritmo cardiaco di tipo tachi/bradicardico, iperglicemia, acidosi metabolica, ipossia,shock cardiogeno con edema polmonare. Trattamento. Per quanto riguarda il trattamento, hanno priorita` l`eliminazione della sostanza attiva e la stabilizzazione delle condizioni cardiovasco-lari. Dopo l`ingestione orale e` indicata un`accurata lavanda gastrica associata, se necessario, ad irrigazione del piccolo intestino. Particolarmente nei casi di intossicazione con le formula-zioni di nifedipina a lento rilascio, l`eliminazione dev`essere la piu` completa possibile, compreso l`intestino tenue, al fine di prevenire l`assorbimento del principio attivo. L`emodialisi e` inutile inquanto la nifedipina non e` dializzabile, ma e` consigliabile la plasmaferesi (per l`elevato legame proteico ed il relativamente basso volume di distribuzione). I disturbi bradicardici del ritmo car-diaco possono essere trattati con beta-simpaticomimetici mentre per le alterazioni di questo tipo pericolose per la vita dev`essere preso in considerazione l`impiego di pacemaker tempora-neo. L`ipotensione come derivante dello shock cardiogeno e della vasodilatazione arteriosa puo` essere trattata con il calcio (10-20 ml di soluzione di calcio gluconato al 10% da somministrarsilentamente per via endovenosa, eventualmente da ripetersi). Come risultato, la calcemia puo` raggiungere i valori della norma o superarli di poco. Qualora l`effetto del calcio sulla pressionesanguigna dovesse rivelarsi insufficiente dovranno essere somministrati anche dei vasocostrittori simpaticomimetici, quali la dopamina o la noradrenalina, il cui dosaggio dovra` essere de-terminato esclusivamente dal risultato ottenuto. Infusioni di liquidi o plasma expanders andranno effettuate con cautela a causa del rischio di sovraccaricare il cuore.
SCADENZA E NORME DI CONSERVAZIONE:
La Nifedipina e` altamente sensibile alla luce: pertanto lecapsule non devono essere rotte perche` la protezione dalla luce non e` piu` assicurata.


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