A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

Home > N > NIFEDIPINADOROM





NIFEDIPINADOROM

DOROM Srl
PRINCIPIO ATTIVO:
Nifedipina.
ECCIPIENTI:
Saccarosio; amido di mais; lattosio; povidone K 30; copolimero dell`acido metacri-lico; talco. Costituenti della capsula: gelatina; titanio biossido (E 171); giallo tramonto (E110).
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
Calcio antagonista.
INDICAZIONI:
Trattamento della cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile (anginada sforzo). Trattamento dell`ipertensione arteriosa.
CONTROINDICAZIONI:
Ipersensibilita` nota al principio attivo o ad altri componenti della formula-zione. Gravidanza accertata o presunta ed in corso di allattamento. Shock cardiovascolare. Trattamento concomitante con rifampicina (in quanto l`induzione enzimatica non consente diottenere livelli plasmatici efficaci di nifedipina).
EFFETTI INDESIDERATI:
Gli effetti indesiderati della nifedipina sono, in genere, transitori e di lieve entita`e sono da attribuire alla sua azione vasodilatatrice; raramente si rende necessario ricorrere alla sospensione del trattamento o ad un adeguamento posologico. Effetti indesiderati che si pos-sono manifestare in piu` dell`1% dei pazienti sono: astenia (stanchezza), vasodilatazione (arrossamento, vampate di calore), palpitazioni, nausea, edema periferico, capogiro, cefalea. Effettiindesiderati che si possono manifestare in meno dell`1% dei pazienti sono: sintomatologia simil-anginosa, dolore toracico, ipotensione, tachicardia, sincope, stipsi, diarrea, mialgia, irrita-bilita`, parestesia, tremore, vertigine, prurito, rash (esantema, eritema), alterazione della vista, dispnea, aumento dell`escrezione urinaria giornaliera. Effetti indesiderati che si possono mani-festare in casi sporadici sono: iperglicemia, disturbi gastroenterici (sensazione di ingombro gastro-enterico), alterazione degli indici di funzionalita` epatica (aumento delle transaminasi,colestasi intraepatica), orticaria, dermatite fotosensibile, porpora, iperplasia gengivale, agranulocitosi, ginecomastia, eritromelalgia, dermatite esfoliativa. Sono stati, occasionalmente, se-gnalati anche: anemia, leucopenia, trombocitopenia, epatite, aumento della fosfatasi alcalina o LDH, disturbi della sfera sessuale, ipotensione, pirosi gastrica, flatulenza, crampi intestinali, in-sonnia, congestione nasale, mal di gola, tosse, asma, rigidita` ed infiammazioni articolari, sudorazione, brivido, febbre. Altre formulazioni di nifedipina: reazione allergica (reazioneanafilattica). Nei pazienti dializzati con ipertensione maligna ed ipovolemia si puo` verificare una importante caduta dei valori pressori a causa della vasodilatazione periferica.
PRECAUZIONI D`IMPIEGO:
Per gli effetti della nifedipina sulle resistenze vascolari periferiche e` rac-comandabile prudenza in caso di marcata ipotensione (pressione sistolica inferiore a 90
mmHg) ed e` necessario controllare attentamente la pressione arteriosa all`inizio della terapia efino a quando non sia stata raggiunta la posologia di mantenimento. Per lo stesso motivo la nifedipina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca, stenosi aorticae in quelli in trattamento con Beta-bloccanti o farmaci ipotensivi. Particolare attenzione dovra` essere prestata nelle donne gravide. In situazioni di emergenza ipertensiva, quale ad esempiol`eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilita` e lo stretto controllo del medico. Si raccomanda particolare cautela quando si somministri nifedipina in associazione a sol-fato di magnesio per via endovenosa, a causa di una possibile eccessiva caduta pressoria. Nei pazienti con funzionalita` epatica compromessa puo` rendersi necessario un accurato controlloe, nei casi gravi, una riduzione del dosaggio.
AVVERTENZE SPECIALI:
La comparsa di edema periferico in pazienti affetti da insufficienza cardiacacongestizia rende necessaria la differenziazione degli edemi dovuti alla nifedipina da quelli conseguenti ad un peggioramento della funzionalita` ventricolare sinistra. Durante il trattamento dipazienti diabetici o a rischio diabetico, la glicemia deve essere accuratamente controllata; se compare iperglicemia la terapia deve essere sospesa. La nifedipina e` controindicata in corso digravidanza, avvertire il proprio medico dell`intenzione di avere un figlio. La nifedipina si e` dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto e nel coniglio, comprese le anomalie di-gitali. Tali anomalie sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino. La somministrazione del principio attivo ha comportato una varieta` di effetti tossici acarico dell`embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli embrioni edei feti (ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto; non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossicie fetotossici erano tossici per l`organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori la posologia massima indicata per l`impiego umano. Non esistono studi adeguati e bencontrollati nelle donne in gravidanza. In casi singoli di fertilizzazione in vitro, i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenzadella parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma. Nei casi di ripetuto insuccesso della fertilizzazione in vitro, non riconducibili ad altri motivi, i calcio-antagonisti come la nifedipina dovrebbero essere considerati come possibile causa. La nifedipina passa nel latte materno. Poiche` non esistono dati sui possibili effetti sul neonato, qualoradovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo l`allattamento dovrebbe essere interrotto.
EFFETTI SULLA GUIDA E USO DI MACCHINARI:
Il prodotto, specie se assunto contemporaneamente a bevan-de alcooliche, puo` ridurre la capacita` di reazione; di cio` devono tener conto coloro che guidano
autoveicoli o eseguono operazioni che richiedono integrita` del grado di vigilanza.
INTERAZIONI:
La terapia concomitante con farmaci beta-bloccanti e` generalmente ben tollerata;tuttavia c`e` il rischio di ipotensione, esacerbazione dell`angina e insufficienza cardiaca. La contemporanea somministrazione di nifedipina e di digossina puo` condurre ad un aumento dei li-velli plasmatici di digossina, legata ad una riduzione della sua clearance. A scopo precauzionale il paziente dovrebbe percio` essere controllato per rilevare l`eventuale comparsa di sintomi dasovradosaggio di digossina e, se necessario, per aggiustare il dosaggio di digossina sulla base dei suoi livelli plasmatici. La concomitante somministrazione di nifedipina con agenti ipotensivi(metildopa, idralazina, captopril ecc.) puo` favorire l`incidenza di grave ipotensione. In caso di somministrazione contemporanea di nifedipina e cimetidina puo` riscontrarsi una piu` marcatariduzione pressoria. In singoli casi durante la contemporanea somministrazione di nifedipina e chinidina sono stati osservati livelli ridotti di chinidina oppure, dopo sospensione di nifedipina,un netto aumento dei livelli plasmatici di chinidina. Per questa ragione, qualora la nifedipina sia impiegata contemporaneamente o venga sospesa, si raccomanda di mantenere controllata laconcentrazione di chinidina e, se necessario, di aggiustarne il dosaggio. La rifampicina, per il suo effetto d`induzione enzimatica, accelera il metabolismo della nifedipina, riducendone poten-zialmente l`efficacia; per tale motivo l`impiego di nifedipina in combinazione con rifampicina risulta controindicato. Il diltiazem diminuisce la clearance della nifedipina per cui i due principiattivi dovrebbero essere associati con cautela considerando, eventualmente, la riduzione del dosaggio di nifedipina. L`assunzione contemporanea di succo di pompelmo inibisce il metabo-lismo ossidativo della nifedipina con conseguente aumento della sua concentrazione plasmatica che puo` causare un maggiore effetto antiipertensivo. La valutazione dei valori urinaridell`acido vanililmandelico effettuata con il metodo spettrofotometrico, in presenza di nifedipina,
puo` evidenziare falsi incrementi dell`acido stesso; tali valori non vengono, invece, modificati uti-lizzando il metodo HPLC.
POSOLOGIA:
Il trattamento va possibilmente adattato alle necessita` individuali in funzione dellagravita` della malattia e della risposta del paziente. Nei pazienti con funzionalita` epatica compromessa, puo` rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e, nei casi gra-vi una riduzione del dosaggio. Salvo diversa prescrizione medica per l`adulto, valgono le seguenti direttive posologiche: ADULTI (DOSI ORIENTATIVE): 1) In caso di cardiopatia ischemica:angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo): 1 cps 2 volte al di`. In alcuni casi puo` risultare opportuno incrementare la dose fino ad un massimo di 60 mg al di`. In genere le capsule ritardovanno deglutite intere, con poco liquido, indipendentemente dai pasti. L`ingestione contemporanea di alimenti ritarda l`assorbimento ma non lo riduce. 2) In caso di ipertensione arteriosa:1 cps 2 volte al di`. In alcuni casi puo` risultare opportuno incrementare la dose fino ad un massimo di 60 mg al di`. In genere le capsule ritardo vanno deglutite intere, con poco liquido, indi-pendentemente dai pasti. L`ingestione contemporanea di alimenti ritarda l`assorbimento ma non lo riduce. L`intervallo di tempo fra due assunzioni di capsule e` di circa 12 ore e non dovrebbeessere inferiore a 4 ore. La sostanza fotosensibile contenuta nella capsula e` sostanzialmente protetta dalla luce all`interno ed al di fuori della confezione. Si consiglia tuttavia di non esporrea lungo le capsule alla luce solare diretta. Durata del trattamento: la durata del trattamento deve essere stabilita dal medico curante. In relazione alla pronunciata attivita` antiischemica ed anti-ipertensiva, Nifedipina Dorom dovrebbe essere sospeso gradualmente, in particolare quando vengono impiegati dosaggi elevati.
SOVRADOSAGGIO:
Nei casi di grave intossicazione da nifedipina sono stati osservati i seguenti sin-tomi: disturbi della coscienza fino al coma, calo della pressione arteriosa, alterazioni del ritmo
cardiaco di tipo tachi/bradicardico, iperglicemia, acidosi metabolica, ipossia, shock cardiogenocon edema polmonare. Trattamento: per quanto riguarda il trattamento, hanno priorita` l`eliminazione della sostanza attiva e la stabilizzazione delle condizioni cardiovascolari. Dopo l`ingestioneorale e` indicata un`accurata lavanda gastrica associata, se necessario, ad irrigazione del piccolo intestino. Particolarmente nei casi di intossicazione con le formulazioni di nifedipina a lentorilascio, l`eliminazione deve essere la piu` completa possibile, compreso l`intestino tenue, al fine di prevenire l`assorbimento del principio attivo. L`emodialisi e` inutile in quanto la nifedipina none` dializzabile, ma e` consigliabile la plasmaferesi (per l`elevato legame proteico ed il relativamente basso volume di distribuzione). I disturbi bradicardici del ritmo cardiaco possono essere trat-tati con beta-simpaticomimetici mentre per le alterazioni di questo tipo pericolose per la vita deve essere preso in considerazione l`impiego di pacemaker temporaneo. L`ipotensione comederivante dello shock cardiogeno e della vasodilatazione arteriosa puo` essere trattata con il calcio (10-20 ml di soluzione di calcio gluconato al 10% da somministrarsi lentamente per via en-dovenosa, eventualmente da ripetersi). Come risultato, la calcemia puo` raggiungere i valori alti della norma o superarli di poco. Qualora l`effetto del calcio sulla pressione sanguigna dovesserivelarsi insufficiente dovranno essere somministrati anche dei vasocostrittori simpaticomimetici, quali la dopamina o la noradrenalina, il cui dosaggio dovra` essere determinato esclusiva-mente dal risultato ottenuto. Infusioni di liquidi o plasma expanders andranno effettuate con cautela a causa del rischio di sovraccaricare il cuore.


©MedicineLab.net