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KADIUR

GIENNEPHARMA SpA
PRINCIPIO ATTIVO:
Potassio canrenoato 50 mg, butizide 5 mg.
ECCIPIENTI:
Silice precipitata, olio di ricino idrogenato, sodio bicarbonato, amberlite (sale potassico del copolimero acido metacrilico-divinilbenzene), magnesio stearato, cellulosa microgranulare, lattosio; filmatura: titanio biossido, glicole propilenico, idrossipropilmetilcellulosa.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
Associazione diuretico antialdosteronico/diuretico tiazidico.
INDICAZIONI:
Stati patologici caratterizzati da un incremento secondario dell`aldosterone (edemi ed ascite da cirrosi epatica e da insufficienza cardiaca congestizia, edemi nefrosici).
CONTROINDICAZIONI:
Insufficienza renale acuta e cronica, grave insufficienza epatica, iperpotassiemia, iposodiemia, ipersensibilita` individuale accertata verso i componenti e/o verso altri derivati sulfonamidici.
EFFETTI COLLATERALI:
Raramente sono stati segnalati: sonnolenza, torpore, turbe a carico dell`apparato gastroenterico, ginecomastia, disturbi dell`erezione, lievi effetti di tipo androgeno, cefalea, eruzioni cutanee, rialzi termici ed atassia. Talora possono verificarsi: vertigini, xantopsia, fotosensibilizzazione, processi angioitici, ipotensione ortostatica, spasmi muscolari, stati astenici. In presenza di manifestazioni di grado marcato o severo, si consiglia di ridurre il dosaggio o di sospendere il trattamento.
PRECAUZIONI D`IMPIEGO:
Si consigliano periodici controlli degli elettroliti ematici ed urinari nei casi con emesi profusa e nei soggetti in fluido-terapia parenterale. Da tener presente che anche preparati quali la digitale possono influenzare lo ionogramma sierico ed esaltare gli effetti metabolici del`ipokaliemia, specialmente per quanto si riferisce all`attivita` del miocardio. I primi sintomi patognomonici di eventuali turbe del ricambio idroelettolitico sono: secchezza delle fauci, sete, astenia, sonnolenza, agitazione, crampi muscolari, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali. Un eventuale stato ipokaliemico con diuresi accentuata in soggetti con grave cirrosi o in quelli in trattamento con glucocorticoidi o con ACTH, puo` essere contrastato mediante un adeguato apporto di elettroliti esogeni. Nei pazienti con alterata funzione epatica la somministrazione del solo diuretico tiazidico, determinando una deplezione potassica, potrebbe scatenare la rapida evoluzione verso il coma epatico. In questo senso il Kadiur si configura come un farmaco piu` completo e sicuro in quanto la componente spironolattonica riduce al minimo gli effetti kaliuretici del tiazidico. Alcuni pazienti con edema refrattario possono manifestare incrementi azotemici e/o ammoniemici, presumibilmente correlati con variazioni del filtrato glomerulare (iperazotemia prerenale) piuttosto che ad un fenomeno di nefrotossicita`. Tali manifestazioni regrediscono, comunque, spontaneamente a seguito della sospensione temporanea della terapia. La piu` frequente disionia osservabile in corso di terapia con Kadiur e` rappresentata dall`iponatriemia da diluizione; questa puo` essere corretta mediante restrizione dell`apporto di liquidi, con terapia corticosteroidea, oppure mediante l`impiego di diuretici osmotici (mannitolo, urea) tranne che nei soggetti uremici od in quelli con insufficienza renale di grado severo.
AVVERTENZE SPECIALI:
In corso di terapia con Kadiur e` in genere superfluo fornire un apporto supplementare di potassio. Infatti il maggior vantaggio del Kadiur e` rappresentato dall`azione potassioritentiva esplicata dalla frazione spironolattonica. Si potra` eventualmente prescrivere un supplemento potassico solo in caso di contemporanea terapia con glucocorticoidi, dando la preferenza ad una dieta ad elevato tenore potassico. Come altre sostanze che interferiscono con attivita` ormonali, lo spironolattone, (e quindi verosimolmente anche i suoi derivati), somministrato a dosi molto piu` elevate di quelle terapeutiche e per tempi molto prolungati, puo` talora determinare nel ratto un aumento della incidenza di alcuni tipi di processi eteroplastici. Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non e` possibile attribuire a queste osservazioni alcun sicuro significato per l`uomo. I tiazidici attraversano la barriera placentare; pertanto si raccomanda di usare il prodotto in gravidanza solo in caso di effettiva necessita` sotto il diretto controllo del medico, valutando con cura i potenziali benefici in rapporto con i possibili rischi per la madre ed il feto. Il prodotto non va usato durante l`allattamento. Il trattamento con Kadiur puo` in rari casi influenzare i riflessi diminuendo ad es. la capacita` reattiva nella guida di autoveicoli. L`assunzione di alcool puo` potenziare tale effetto.
INTERAZIONI:
Il trattamento puo` in rari casi influenzare i riflessi diminuendo ad es. la capacita` reattiva nella guida di autoveicoli. L`assunzione di alcool puo` potenziare tale effetto. I tiazidici possono indurre iperuricemia secondaria ed una diminuita tolleranza al glucosio esaltando transitoriamente le turbe metaboliche nei pazienti diabetici. In corso di anestesie regionali o generali si dovra` tener conto che la butizide e derivati e gli spironolattonici deprimono la sensibilita` dei vasi alle catecolamine. I tiazidici possono anche potenziare la risposta alla tubocurarina. Gli effetti ipotensivi della butizide possono essere esaltati nei soggetti simpaticectomizzati. Solo raramente, in corso di trattamenti prolungati con tiazidici, sono stati osservati segni di alterato equilibrio funzionale delle paratiroidi con ipercalcemia ed ipofosfatemia. Comunque non sono mai state segnalate le tipiche complicanze dell`iperparatiroidismo, quali litiasi renale ed osteoporosi. Per la componente tiazidica, nei pazienti affetti da lupus eritematoso, la somministrazione di Kadiur puo` accentuare la sintomatologia sistemica. I tiazidici possono determinare una riduzione dello iodio sierico legato alle proteine, senza peraltro che cio` sia indice di distiroidismo. La contemporanea somministrazione di acido acetilsalicilico e/o derivati riduce l`attivita` diuretica del prodotto.
POSOLOGIA:
Stati idrosodioritentivi: terapia d`attacco: 1-4 flaconi/die per via e.v. lenta (almeno 2-3 minuti primi); terapia di mantenimento: 1-2 compresse/die.
SOVRADOSAGGIO:
Raramente in corso di terapia puo` instaurarsi una sindrome iposalina conclamata, che si differenzia dalla iponatriemia da diluizione in quanto non si accompagna a ritenzione idrica. La correzione di tale stato si basa sulla temporanea sospensione della terapia diuretica e sulla somministrazione di sali di sodio. Sebbene raramente, per la presenza del canrenoato di potassio puo` manifestarsi anche l`iperkaliemia; questa pero` insorge solo nei soggetti sottoposti ad un regime dietetico particolarmente ricco di potassio, oppure in quelli defedati e con spiccata contrazione della diuresi (inferiore a 1000 ml/24 ore). In tali pazienti gli ionogrammi sierici dovrebbero essere determinati in maniera seriata. Solo raramente e` stata descritta un`iperkaliemia di grado severo. Eventuali stati iperkaliemici possono essere prontamente contrastati mediante infusione rapida di soluzioni glucosate ipertoniche (20-50%) ed insulina pronta (0,25-0,5 Unita` per grammo di glucosio). Ovviamente si dovra` anche sospendere la somministrazione di Kadiur ed evitare supplementi di sali potassici.


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