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FREAMINEIII 8

BAXTER SpA
CONCESSIONARIO:
EUROSPITAL SpA
PRINCIPIO ATTIVO:
100 ml contengono: Aminoacidi essenziali: L-isoleucina 590 mg, L-leucina770 mg, L-lisina acetato 870 mg, L-metionina 450 mg, L-fenilalanina 480 mg, L-treonina 340
mg, L-triptofano 130 mg, L-valina 560 mg. Aminoacidi non essenziali: L-alaninina 600 mg, L-arginina 810 mg, L-istidina 240 mg, L-prolina 950 mg, L-serina 500 mg, acido aminoacetico 1,19 g, L-cisteina HCl 18 mg. Magnesio cloruro esaidrato F.U. 0,081 g, potassio cetato U.S.P.0,294 g, sodio bisolfito U.S.P. meno di 0,10 g.
ECCIPIENTI:
Acqua per preparazioni iniettabili F.U. q.b. a 100 ml, pH regolato con acido acetico(circa 9 mEq/l di acetato), osmolarita` calcolata: circa 860 mOsm/l, concentrazione di elettroliti (mEq/l): sodio 10; cloruro 12; potassio 30; magnesio 8; acetato ~ 90 (provenienti dall`acidoacetico, dalla lisina acetato e dal potassio acetato).
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
Il Freamine fornisce, in forma concentrata, aminoacidi in pro-porzione fisiologica e completamente utilizzabili per la sintesi proteica. Somministrato assieme a soluzioni caloriche concentrate, quali ad esempio soluzioni ipertoniche di glucosio o emulsio-ni di grassi, additivate da elettroliti, vitamine e oligo-elementi, consente una nutrizione parenterale completa.
INDICAZIONI:
Per la prevenzione delle perdite di azoto ed il trattamento del bilancio azotato ne-gativo nei pazienti in cui non e` possibile l`alimentazione per via gastroenterica; si ha malassorbimento delle proteine per via orale o le richieste metaboliche sono notevolmente aumentate,ad esempio per la presenza di ustioni estese. La posologia, la via di somministrazione e l`apporto concomitante di calorie non proteiche, vanno regolati in rapporto a vari fattori, quali lo sta-to nutritivo e metabolico del paziente, la durata prevista dell`apporto nutritivo per via parenterale e la tolleranza da parte delle vene. A LIMENTAZIONE PER VIA VENOSA CENTRALE. L`infusione per viavenosa centrale va presa in considerazione quando le soluzioni di aminoacidi vanno miscelate a soluzioni ipertoniche di glucosio per promuovere la sintesi proteica nei pazienti ipercatabolicio con grave deplezione, oppure in quelli che necessitano di nutrizione parenterale per periodi prolungati. ALIMENTAZIONE PARENTERALE PER VENA PERIFERICA. Nei pazienti moderatamente cata-bolici o con moderata deplezione, nei quali non e` indicata la somministrazione per via venosa centrale, soluzioni diluite di aminoacidi miscelate a soluzioni di glucosio al 5% vanno infuse nel-le vene periferiche, unitamente ad eventuali somministrazioni supplementari di emulsioni di grassi, se disponibili. RISPARMIO PROTEICO. Nei pazienti ben nutriti, leggermente catabolici, qualiad esempio normali pazienti post-chirurgici che necessitano di una nutrizione parenterale solo per brevi periodi, il risparmio di proteine puo` essere ottenuto somministrando per via perifericasoluzioni di aminoacidi, con o senza glucosio.
CONTROINDICAZIONI:
Anuria. Encefalopatia o coma epatico. Anomalie congenite del metaboli-smo degli aminoacidi. Ipersensibilita` ad uno o piu` degli aminoacidi presenti nella soluzione.
EFFETTI COLLATERALI:
Le reazioni che possono insorgere a causa della soluzione o della tecnicadi somministrazione comprendono: febbre, infezione nella zona di iniezione, trombosi venosa o flebite che si estendono dalla zona di iniezione, fuoriuscita dai vasi ed ipervolemia. Nelle infusioni per via periferica di aminoacidi sono state riportate reazioni locali nella zona di iniezione,consistenti in sensazioni di calore, eritemi, flebite e trombosi, in particolare se vengono somministrate altre sostanze attraverso lo stesso ago. Sono state inoltre riportate durante la somministrazione periferica di aminoacidi vampate di calore, febbre e nausea. E` essenziale uncontrollo frequente dei livelli elettrolitici in quanto l`eccesso o il deficit di uno o piu` ioni contenuti
nella soluzione puo` dare adito a specifiche patologie. Se e` richiesta un`integrazione di elettroliti durante l`infusione periferica, ne viene raccomandata la somministrazione diluita nell`arco di tut-ta la giornata, e attraverso iniezione in zona diversa, in modo da evitare un`eventuale irritazione
della vena; sostanze additive non compatibili con gli aminoacidi non devono venir miscelate direttamente alla soluzione. La mancanza di fosforo puo` causare ipossiemia tissutale ed anemiaemolitica acuta. Per quanto riguarda il calcio, un apporto eccessivo di fosforo puo` far precipitare l`ipocalcemia con crampi, tetania ed ipereccitabilita` muscolare.
PRECAUZIONI D`IMPIEGO:
Usare il Freamine III soltanto se la soluzione e` limpida, se la chiusura e`intatta e se e` presente il vuoto. Sono necessarie valutazioni cliniche e determinazioni di laboratorio periodiche per controllare il bilancio dei fluidi, la concentrazione elettrolitica e l`equilibrioacido-base durante terapie parenterali prolungate o quando le condizioni del paziente richiedono tale valutazione. Con deviazioni significative delle concentrazioni normali puo` essere richie-sta un`integrazione addizionale di elettroliti. Le soluzioni nutritive fortemente ipertoniche vanno somministrate tramite un catetere a dimora inserito nella vena cava superiore. La somministra-zione di glucosio ipertonico quale fonte di calorie a pazienti diabetici o prediabetici richiede un`attenzione particolare. In tali pazienti, al fine di prevenire una grave iperglicemia, potrebberendersi necessaria la somministrazione di insulina. Se, dopo diluizione con "Acqua per preparazioni iniettabili" o con soluzioni di Glucosio, il Freamine III viene somministrato nelle vene pe-riferiche, assicurarsi attentamente che l`ago sia posto correttamente nel lume della vena. La zona della venipuntura va controllata frequentemente per segni di infiltrazioni. Se si manifestanotrombosi o flebite sospendere l`infusione o cambiare la zona di infusione ed iniziare il trattamento appropriato. Perdite straordinarie di elettroliti come quelle che si possono verificare duranteaspirazione nasogastrica protratta, vomito, diarrea o drenaggio di fistole gastrointestinali possono richiedere un`aggiunta addizionale di elettroliti. Si deve evitare un sovraccarico circolato-rio, soprattutto nei pazienti con insufficienza cardiaca. Nei pazienti con infarto del miocardio, l`infusione di aminoacidi va associata al glucosio poiche` nell`anossia gli acidi grassi liberi nonpossono essere utilizzati dal miocardio e l`energia deve essere prodotta anaerobicamente dal glicogeno o dal glucosio. Per ridurre il rischio di possibili incompatibilita` derivanti dalla mesco-lanza di questa soluzione con altre additivazioni, la soluzione finale deve essere ispezionata per torbidita` o precipitati immediatamente dopo la miscelazione, prima della somministrazione eperiodicamente durante l`infusione. La somministrazione di glucosio in quantita` superiore a quelle utilizzate dal paziente puo` provocare l`insorgere di iperglicemia e portare il malato al comao alla morte. La somministrazione di aminoacidi senza carboidrati puo` provocare accumulo di corpi chetonici nel sangue. Si puo` ottenere la correzione di questa iperchetonemia con l`infu-sione di carboidrati. E` possibile prevenire l`acidosi metabolica e controllarla rapidamente mantenendo a livelli minimi la concentrazione totale del cloruro somministrato con il liquido diperfusione e aggiungendo alla miscela una part dei cationi come acetati o lattati (vedi letteratura specifica per la preparazione della miscela). L`ipofosfatemia e` la conseguenza tipica dell`inav-vertita omissione del fosfato dalla miscela: questa complicazione viene combattuta rapidamente e con successo mediante aggiunta di fosfato inorganico. Per prevenire l`ipocalcemia, lasomministrazione di fosfato va sempre integrata da un supplemento di calcio. P
RECAUZIONI PARTICOLARI DA ADOTTARE NELL`ALIMENTAZIONE VENOSA CENTRALE. L`alimentazione venosa centrale puo`comportare complicazioni che possono essere ridotte o prevenute tenendo conto di tutti gli
aspetti del procedimento, compresi la preparazione della soluzione, la somministrazione e ilmonitoraggio del paziente. E` indispensabile seguire un programma preparato con la massima
precisione e basato sulla pratica medica piu` aggiornata; e` opportuno che se ne occupino mediciesperti in alimentazione parenterale. Benche` una discussione dettagliata sulle complicazioni dell`alimentazione parenterali esuli dagli scopi di questa pubblicazione, il seguente sommarioriporta le piu` recenti acquisizioni in questo campo. I
NFORMAZIONI DI CARATTERE TECNICO:
L`inseri-mento del catetere venoso centrale va considerato un vero e proprio intervento chirurgico. Si
dovrebbero conoscere in modo approfondito le varie tecniche per l`inserimento del catetere,come pure le misure da adottare per l`identificazione ed il trattamento di eventuali complicazioni. Per informazioni di carattere tecnico e per ragguagli circa le zone piu` adatte per l`introduzionedel catetere, leggere la letteratura medica che tratta questi argomenti. L`esame radiologico consente di verificare se il catetere e` stato inserito correttamente. In seguito ad un inserimento er-rato si possono avere: pneumotorace, emotorace, idrotorace, puntura dell`arteria e sua sezione trasversale, lesione del plesso brachiale, malposizione del catetere, formazione di una fistolaarteriovenosa, flebite, trombosi, tamponamento pericardico, penetrazione di aria o di un embolo nel catetere.
SEPSI:
Durante la nutrizione parenterale totale il rischio di sepsi e` sempre presente.Poiche` le soluzioni contaminate ed i cateteri sono fonti potenziali di infezione, e` essenziale che la preparazione delle soluzioni, nonche` l`inserimento e la cura del catetere avvengano nella ase-psi piu` rigorosa. E` preferibile che le miscele delle soluzioni vengano effettuate nella Farmacia dell`Ospedale sotto cappa a flusso laminare. Il fattore "chiave" nella preparazione delle miscelee` costituito dalla tecnica rigorosamente asettica, che impedisce la contaminazione inavvertita da contatto, sia durante la preparazione che dopo. Vari studi hanno dimostrato che gli idrolisatidi caseina e di fibrina favoriscono lo sviluppo di germi molto piu` del Freamine III. Dopo la preparazione, le soluzioni per iperalimentazione parenterale vanno usate al piu` presto. La conser-vazione in frigorifero dovrebbe durare il meno possibile. La somministrazione di un singolo flacone non dovrebbe mai superare le 12 ore. Consultare la letteratura per conoscere a fondoe poter discutere con cognizione di causa le misure da adottare in presenza di sepsi insorta durante l`iperalimentazione. In breve, la terapia "classica" della sepsi e` costituita dalla sostituzionedel flacone somministrato con un altro appena preparato e con l`adozione di un nuovo raccordo, e dalla cultura della soluzione eliminata per la ricerca di eventuali contaminazioni batteriche oda funghi. Se la sepsi persiste e non si riesce ad identificare un`altra fonte di infezione, rimuovere il catetere e coltivarne l`estremita` prossimale. Quando la febbre diminuisce, inserire unnuovo catetere. La somministrazione di antibiotici per un trattamento profilattico, non specifico, e` controindicata. L`esperienza clinica ha dimostrato che il catetere e` la fonte principale di infe-zioni, mentre le soluzioni preparate con tecnica rigorosamente asettica raramente sono causa di sepsi.
COMPLICAZIONI METABOLICHE:
si sono avute le seguenti complicazioni metaboliche: aci-dosi metabolica, ipofosfatemia, alcalosi, iperglicemia e glicosuria, diuresi osmotica e deidratazione, ipoglicemia da rimbalzo, aumento degli enzimi epatici, ipo e ipervitaminosi, squilibrielettrolitici, iperammoniemia nei bambini, allergia quando si usano idrolisati proteici. Allo scopo di prevenire o di ridurre al minimo il rischio di queste complicazioni e` opportuno sottoporre ilpaziente a frequenti valutazioni cliniche e ad esami di laboratorio, specie durante i primi giorni di trattamento.
AVVERTENZE:
L`uso sicuro ed efficace dell`alimentazione parenterale richiede una conoscenza ap-profondita dei problemi nutritivi, come pure un`esperienza clinica adeguata delle complicazioni
che possono verificarsi. Per un giusto controllo dell`alimentazione parenterale e` necessario eseguire frequenti valutazioni cliniche e determinazioni di laboratorio. Queste ricerche di laboratoriodovrebbero comprendere la glicemia, la proteinemia, i test sulla funzionalita` epatica e renale,
gli elettroliti, l`emogramma, il potere di combinazione della CO2, l`osmolarita` serica, l`ammoniemia, eventuali culture ematiche. La somministrazione endovenosa di queste soluzioni puo` pro-vocare sovraccarico volemico e/o di soluti con conseguente diluizione degli elettroliti serici,
iperidratazione, stati congestizi o edema polmonare. Il rischio di emodiluizione e` inversamenteproporzionale alla concentrazione del soluto della soluzione infusa. Il rischio di sovraccarico del soluto, che puo` provocare stati congestizi con edema periferico e polmonare, e` direttamente proporzionale alla concentrazione della soluzione. La somministrazione di aminoacidi o di idro-lisati proteici ad un paziente con insufficienza epatica puo` provocare squilibri degli aminoacidi
nel plasma, azotemia pre-renale, iperammoniemia, stupore e coma. L`ammoniemia e` particolarmente grave nei bambini piccoli, in quanto la sua comparsa nella sindrome causata da difettimetabolici genetici si associa spesso, anche se non necessariamente in rapporto causale, con
il ritardo mentale. Questa reazione appare correlata con il dosaggio, ed e` piu` probabile che si sviluppi durante trattamenti a lungo termine. E` essenziale controllare frequentemente i livelli diammoniaca nel sangue del bambino. Casi di iperammoniemia tipicamente asintomatica sono
stati riportati in pazienti affetti da disfunzioni epatiche latenti. I meccanismi di questa reazione non sono chiaramente definiti, ma possono coinvolgere difetti genetici ed una funzionalita` epa-tica "immatura" o ridotta a valori subclinici. Le dosi degli aminoacidi da infondere vanno stabilite
in base allo stato di nutrizione del paziente. Se si presentano sintomi di iperammoniemia, la somministrazione va sospesa e si deve riesaminare lo stato clinico del paziente. La sommini-strazione di aminoacidi in presenza di insufficienza renale o emorragia gastrointestinale puo` aggravare uno stato di iperazotemia. Non dovrebbero venire somministrati aminoacidi a pazienticon iperazotemia di qualsiasi origine, senza tener conto dell`apporto totale di azoto. Il Freamine III non e` stato usato durante la gravidanza e pertanto l`assoluta sicurezza del suo impiego inquesta condizione non e` stata dimostrata. Il prodotto contiene sodio bisolfito, tale sostanza puo` provocare in soggetti sensibili e particolarmente negli asmatici reazioni di tipo allergico ed at-tacchi asmatici gravi.
POSOLOGIA:
La dose totale di Freamine III all`8,5% dipende dal fabbisogno giornaliero di proteinee dalla risposta metabolica e clinica del paziente. La determinazione del bilancio azotato ed il controllo accurato giornaliero del peso corporeo e del bilancio dei liquidi sono i metodi di ele-zione per soddisfare le richieste individuali di proteine. L`apporto giornaliero con la dieta di proteine e` di circa 0,9 g per Kg di peso corporeo nell`adulto sano e di 1,4-2,2 g per Kg nel bambinoin via di sviluppo e nei neonati. Bisogna tener presente, comunque, che la richiesta di proteine e di calorie puo` essere notevolmente piu` elevata nei pazienti traumatizzati o malnutriti. Dosi gior-naliere di aminoacidi di circa 1,0-1,5 g per Kg di peso corporeo per gli adulti e di 2-3 g/Kg per i bambini, con adeguate calorie, sono in genere sufficienti per soddisfare il fabbisogno proteicoe promuovere un bilancio azotato positivo in questi pazienti, benche` dosi piu` elevate possono essere richieste negli stati catabolici gravi. Somministrando queste dosi piu` elevate della nor-ma, specie nei bambini, e` necessario ricorrrere ad esami di laboratorio piu` frequenti. Per il risparmio proteico nei pazienti ben nutriti che non ricevono calorie addizionali in quantita`significative, dosi di aminoacidi di 1-1,7 g/Kg/giorno riducono significativamente le perdite azotate e risparmiano le proteine corporee. Se l`aumento del BUN eccede i 20 mg% in 48 ore, l`in-fusione di aminoacidi va sospesa oppure si deve ridurre la velocita` di somministrazione. Quando la nutrizione parenterale e` prolungata (piu` di 5 giorni) va presa in considerazione la con-temporanea somministrazione di emulsioni di lipidi in modo da prevenire un deficit di acidi grassi essenziali. Se cio` non avviene, i liquidi serici vanno controllati con regolarita`, per evidenziareuna eventuale comparsa di deficit di acidi grassi essenziali. Per un`utilizzazione ottimale degli aminoacidi si debbono fornire inoltre quantita` opportune di elettroliti intracellulari, soprattuttopotassio, magnesio e fosfato. Circa 60-180 mEq di potassio, 10-30 mEq di magnesio e 20-80 mEq di fosfato al giorno vengono somministrati per ottenere una risposta metabolica ottimale.
Si debbono somministrare anche quantita` sufficienti dei maggiori elettroliti extracellulari: sodio,calcio e cloruro. Nei pazienti ipercloremici o colpiti da altri tipi di acidosi metabolica, il sodio ed il potassio vanno aggiunti come acetati o lattati, per fornire precursori del bicarbonato. Il con-tenuto degli elettroliti del Freamine III va tenuto presente quando si calcola l`apporto elettrolitico giornaliero. Gli elettroliti del siero, compreso il magnesio ed il fosforo, vanno controllati spesso.Si deve evitare di miscelare elettroliti incompatibili. Livelli di 10-15 mEq/l di fosfato, 5 mEq/l di calcio e 5-10 mEq/l di magnesio sono raramente incompatibili se miscelati adeguatamente.Concentrazioni maggiori vanno aggiunte con cautela e adeguata miscelazione (evitando stratificazioni). Quote addizionali di calcio e di fosfato possono essere aggiunte a flaconi alterni. Qua-lunque sia la forma elettrolitica, il liquido va esaminato per accertare la limpidezza della soluzione al momento della miscela, prima della distribuzione da parte della Farmacia, imme-diatamente prima della somministrazione e periodicamente durante la infusione. Se il paziente viene nutrito prevalentemente per via parenterale, dovra` ricevere anche vitamine, specie vitami-ne solubili in acqua. A
LIMENTAZIONE PER VIA VENOSA CENTRALE. L`alimentazione per via venosa cen-trale va presa in considerazione nel caso di pazienti gravemente catabolici e con deplezione
grave, oppure nel caso in cui sia indicata un`alimentazione parenterale totale per periodi prolun-gati. Per ottenere un bilancio azotato positivo in questi pazienti, si consiglia un rapporto calorieazoto di almeno 100-150 calorie non-proteiche per grammo azoto. Questi rapporti sono facil-mente e convenientemente raggiunti con l`impiego di soluzioni concentrate di glucosio e, se richiesto, anche con somministrazioni supplementari di emulsioni di grassi per via parenterale.L`alimentazione parenterale totale va iniziata con miscele contenenti glucosio a concentrazioni piu` basse; il contenuto di glucosio va quindi gradualmente aumentato fino a raggiungere le pre-viste necessita` caloriche man mano che aumenta la tolleranza da parte del paziente. Negli adulti miscele fortemente ipertoniche di aminoacidi e glucosio possono essere somministrate con si-curezza solo mediante infusione continua tramite catetere venoso centrale inserito nella vena cava. Per un`utilizzazione ottimale dell`azoto infondere in 8 ore 500 ml di Freamine III all`8,5%,miscelato con glucosio concentrato, elettroliti e vitamine. Se la somministrazione e` inferiore alle dosi programmate, non tentare di riguadagnare il tempo perduto. Oltre a soddisfare il fabbiso-gno proteico, specie durante i primi giorni di terapia, la somministrazione va regolata anche in base alla tolleranza al glucosio del paziente. L`apporto giornaliero di aminoacidi e glucosio vaaumentato gradualmente fino a raggiungere la dose massima; frequenti determinazioni dei livelli di zucchero nell`urina e nel sangue indicheranno la gradualita` necessaria. In molti pazienti lasomministrazione di calorie adeguate sotto forma di glucosio ipertonico puo` richiedere l`aggiunta di insulina esogena per prevenire l`iperglicemia e la glicosuria. Quando la somministrazionedi glucosio ipertonico viene sospesa bruscamente, infondere una soluzione contenente glucosio al 5%, per prevenire un`ipoglicemia da rimbalzo. ALIMENTAZIONE PARENTERALE PERIFERICA. Neipazienti moderatamente catabolici e con moderata deplezione che necessitano di nutrizione parenterale e nei quali non sia indicata la somministrazione per via venosa centrale, Il Freamine IIIpuo` essere miscelato a soluzioni di glucosio al 5% e somministrato in una vena periferica. Ad esempio, per preparare una soluzione di Freamine III al 4, 25 in glucosio al 2,25%, trasferireasetticamente 500 ml di Freamine III all`8,5%, in un flacone da un litro contenente 500 ml di glucosio al 5%. Ogni litro della soluzione risultante fornisce 41 grammi di proteine equivalentia 85 calorie di carboidrati, con osmolarita` pari a circa 555 mOsm/litro. Le emulsioni di grassi per via parenterale forniscono circa 9 calorie per grammo e possono essere somministrate, perun apporto calorico supplementare, unitamente alla miscela di aminoacidi + glucosio tramite un raccordo ad "Y". Le emulsioni di grassi non devono costituire l`unico apporto calorico poiche`vari studi hanno evidenziato che il glucosio risparmia meglio l`azoto nel paziente stressato. R
ISPARMIO DI PROTEINE. Nei pazienti ben nutriti, leggermente catabolici, che necessitano di sosten-tamento parenterale per breve periodo, il Freamine III puo` essere somministrato per via
periferica, con o senza carboidrati. Queste miscele possono essere preparate diluendo il Frea-mine III all`8,5% con "Acqua per preparazioni iniettabili" o con Soluzioni di glucosio al 5% in modo da ottenere una soluzione isotonica o leggermente ipertonica da somministrare in unavena periferica. Per esempio si puo` preparare una soluzione di Freamine III al 4,5% trasferendo asetticamente 500 ml di Freamine III all`8,5% in un flacone da un litro contenente 500 ml di "Ac-qua per preparazioni iniettabili". La soluzione risultante conterra` 41 g di aminoacidi con osmolarita` pari a circa 430 mOsm/litro. Una soluzione quasi isotonica di Freamine III al 3% puo`essere preparata trasferendo asetticamente 350 ml di Freamine II all`8,5% in un flacone da 1 litro parzialmente riempito con 650 ml di "Acqua per preparazioni iniettabili". La soluzione risul-tante fornira` 29 grammi di aminoacidi totali per litro con osmolarita` pari a circa 305 mOsm/l. POSOLOGIA E SOMMINISTRAZIONE NEI BAMBINI. I bambini piccoli (fino a 10 Kg di peso corporeo), trat-tati con l` alimentazione parenterale, ricevono generalmente da 2 a 3 g di proteine, da 120 a 150 calorie e 120-150 ml di liquido per kg di peso corporeo al giorno. Questo fabbisogno viene sod-disfatto mediante somministrazione di una soluzione contenente circa il 2,12% di Freamine III e Glucosio al 20%. Miscele meno ipertoniche possono essere somministrate nelle vene perife-riche. Concomitanti somministrazioni di emulsioni di grassi possono essere effettuate in una vena centrale o in una vena periferica con un raccordo di somministrazione ad "Y", per fornireacidi grassi essenziali ed aumentare l`apporto calorico. A causa dei cambiamenti fisiologici che si verificano rapidamente nei bambini piccoli, la dose giornaliera di miscela nutriente va aumen-tata lentamente all`inizio, con controlli frequenti dei parametri clinici e metabolici. Bambini con peso superiore ai 10 Kg richiedono meno calorie e leggermente meno proteine: in genere da 50a 80 calorie e 2 grammi di proteine per Kg di peso corporeo al giorno sono sufficienti. A
TTENZIONE:
ispezionare ogni flacone prima dell`uso. Capovolgere il flacone e controllare attentamentela soluzione in condizioni ottimali di visibilita` per rilevare eventuali particelle o torbidita`; controllare che il flacone non presenti incrinature o altri danni. La presenza del vuoto assicura l`integrita`del flacone: per verificarlo innestare il raccordo a flacone capovolto o orizzontale. Se non si osserva vivace gorgogliamento, scartare il flacone. Durante la somministrazione ricontrollare ilflacone almeno una volta ogni ora. Se si notano segni di contaminazione della soluzione oppure se il paziente manifesta febbre o brividi sospendere immediatamente la somministrazione edinformare il medico. Le soluzioni Vacoliter vanno usate solo se perfettamente limpide. Ogni flacone Vacoliter va usato per una sola somministrazione; anche se usata parzialmente, la solu-zione residua non deve piu` essere impiegata.
SCADENZA E NORME DI CONSERVAZIONE:
Conservare al riparo della luce fino al momento dell`uso.


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