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CELESTONE

SCHERINGPLOUGH SpA
PRINCIPIO ATTIVO:
Compresse: betametasone 0,5 mg. Gocce: 1 ml contiene: betametasone 0,5mg. Confetti: betametasone fosfato disodico 1 mg.
ECCIPIENTI:
Compresse: amido di mais, amido pregelatinizzato, lattosio, magnesio stearato.Gocce: acido citrico, essenza di arancio concentrato, essenza di cioccolato, sodio edetato, glicole propilenico, sodio benzoato, sodio fosfato bibasico anidro, sorbitolo soluzione, saccaro-sio, acqua depurata. Confetti: amido di mais,lattosio, gelatina, magnesio stearato, talco, calcio carbonato, gomma lacca, calcio fosfato tribasico, cera bianca, cera carnauba, sodio edetato,gomma arabica, sodio fosfato bibasico, saccarosio.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
Corticosteroidi sistemici.
INDICAZIONI:
E` indicato per il controllo di diverse malattie sensibili ai corticosteroidi. Va intesocome complemento e non per la sostituzione delle terapie convenzionali. M
ALATTIE ENDOCRINE.Insufficienza surrenalica primaria o secondaria (in associazione a mineralcorticoidi quando indicato). Iperplasia surrenalica congenita. Tiroidite non suppurativa. Ipercalcemia associata aneoplasie. M
ALATTIE MUSCOLO-SCHELETRICHE. Terapia complementare a breve termine degli epi-sodi acuti e delle riacutizzazioni dell`artrite reumatoide (casi particolari possono richiedere terapia di mantenimento a basso dosaggio). Artrite psoriasica. Spondilite anchilosante. Artritegottosa. Borsite acuta e subacuta. Malattia reumatica. Tenosinovite acuta non specifica. Miosite. Sinovite. MALATTIE DEL COLLAGENO. Terapia delle esacerbazioni o di mantenimento in alcunicasi selezionati di lupus eritematoso sistemico, cardite reumatica acuta, dermatomiosite. M
ALATTIE DERMATOLOGICHE. Pemfigo, dermatite bollosa erpetiforme. Forma bollosa grave dell`erite-ma multiforme (sindrome di Steven-Johnson). Dermatite esfoliativa. Micosi fungoide. Psoriasi
grave. Eczema allergico. Orticaria. S TATI ALLERGICI. Controllo di gravi malattie invalidanti, resi-stenti ai trattamenti convenzionali, come rinite allergica stagionale o perenne, polipi nasali, asma bronchiale (compreso lo stato asmatico), dermatite da contatto, dermatite atopica, rea-zioni da farmaci e da siero. M
ALATTIE OFTALMICHE. Processi allergici e infiammatori gravi, acutie cronici degli occhi e degli annessi, come cheratite e congiuntivite allergiche, ulcere marginali
della cornea di tipo allergico, herpes zoster oftalmico, irite, iridociclite, corioretinite, infiamma-zione del segmento anteriore, uveite e corioidite posteriori diffuse, neurite ottica, oftalmia simpatica; retinite centrale, nevrite retrobulbare. M ALATTIE RESPIRATORIE. Sarcoidosi sintomatica.Sindrome di Loeffler intrattabile. Berilliosi. Tubercolosi polmonare fulminante o disseminata, in associazione ad appropriata chemioterapia specifica. Enfisema polmonare. Fibrosi polmonare.M
ALATTIE EMATOLOGICHE. Trombocitopenia idiopatica e secondaria negli adulti. Anemia emoliticaacquisita (autoimmune). Eritroblastopenia. Anemia ipoplastica (eritroide) congenita. Reazioni
trasfusionali. MALATTIE NEOPLASTICHE. Trattamento palliativo di leucemia e linfomi negli adulti.Leucemia acuta nell`infanzia. S
TATI EDEMATOSI. Per indurre la diuresi o la remissione della pro-teinuria nella sindrome nefrosica, senza uremia, di tipo idiopatico o dovuta a lupus eritematoso,
angioedema. VARIE. Meningite tubercolare con blocco o minaccia di blocco subaracnoideo, inassociazione ad appropriata chemioterapia specifica. Colite ulcerosa. Paralisi di Bell.
CONTROINDICAZIONI:
Non usare in caso di infezioni micotiche sistemiche, ipersensibilita` al beta-metasone o ad altri corticosteoidi o ad altri componenti della specialita`.
EFFETTI INDESIDERATI:
Gli effetti indesiderati di Celestone sono gli stessi segnalati per altri cortico-steroidi e sono correlati sia con il dosaggio che la durata della terapia e, di solito, possono essere risolti o minimizzati con la riduzione della posologia che e` in genere preferibile allasospensione del trattamento. Alterazioni dell`equilibrio idro-elettrolitico
:
ritenzione di sodio, perdita di potassio, alcalosi ipokaliemica; ritenzione di liquidi; insufficienza cardiaca nei pazientisuscettibili; ipertensione. Muscolo-scheletrici: debolezza muscolare, miopatia corticosteroidea, ipotrofia muscolare; peggioramento sintomatologico nella miastenia grave; osteoporosi;fratture della colonna vertebrale da compressione; necrosi asettica della testa del femore e dell`omero; fratture patologiche delle ossa lunghe; rotture di tendini. Gastrointestinali: ulcerapeptica con possibilita` di perforazione e di emorragie; pancreatite; distensione addominale; esofagite ulcerativa. Dermatologici: difficolta` di guarigione delle ferite; atrofia cutanea con pelleassottigliata e fragile; petecchie ed ecchimosi; eritema facciale; iperidrosi; abolizione della reazione ai test cutanei; reazioni quali dermatite allergica, orticaria, edema angioneurotico. Neuro-logici: convulsioni; aumento della pressione intracranica con edema papillare (pseutotumor cerebri), di solito post-trattamento; vertigini; cefalea. Endocrini: irregolarita` mestruali; compar-sa di uno stato cushingoide; arresto dello sviluppo intrauterino o della crescita infantile; incapacita` di risposta surrenalica e ipofisaria, particolarmente in occasione di stress come traumi,atti chirurgici o malattie; ridotta tolleranza ai carboidrati, evidenziazione di diabete mellito latente, aumentata necessita` di insulina o di ipoglicemizzanti orali nei diabetici. Oftalmici: catarattasubcapsulare posteriore; aumento della pressione intraoculare, glaucoma; esoftalmo. Metabolici: negativita` del bilancio azotato da ipercatabolismo proteico; lipomatosi, anche intestinale oepidurale con possibilita` di complicazioni neurologiche; aumento di peso. Psichiatrici: euforia, oscillazioni dell`umore; depressione grave fino a franche manifestazioni psicotiche; modifica-zioni della personalita`; irritabilita`; insonnia. Altri: reazioni anafilattoidi o di ipersensibilita` con ipotensione o reazioni a tipo di shock.
PRECAUZIONI D`IMPIEGO:
Un adeguamento del dosaggio puo` essere necessario in base alla ri-sposta del singolo paziente alla terapia e nei casi di remissione o esacerbazone della malattia
e di esposizione dei pazienti a stress fisici o emotivi, come gravi infezioni, chirurgia, traumi. Unmonitoraggio del paziente puo` essere necessario fino ad un anno dopo la cessazione di terapia con corticosteroidi a lungo termine o ad altre dosi. Durante trattamento corticosteroideo puo`verificarsi ridotta resistenza alle infezioni, con insorgenza di nuove infezioni; i corticosteroidi possono mascherarne i segni e impedirne la localizzazione. L`uso prolungato di corticosteroidipuo` provocare cataratta subcapsulare posteriore (specialmente nei bambini), glaucoma con possibili danni al nervo ottico e puo` facilitare le infezioni oculari secondarie, da funghi e da virus.Periodicamente va effettuato un esame oftalmologico, specialmente ai pazienti in terapia a lungo termine (oltre sei settimane). Dosi elevate e medie di corticosteroidi possono causare iper-tensione arteriosa, ritenzione di acqua e sali ed aumentata escrezione di potassio. Questi effetti hanno minor probabilita` di verificarsi con l`uso dei derivati sintetici, se non usati ad alte dosi.Possono esser necessari restrizione del sale nella dieta ed un supplemento di potassio. Tutti i corticosteroidi aumentano l`escrezione di calcio. Durante terapia corticosteroidea i pazienti nondevono essere vaccinati contro il vaiolo e non vanno sottoposti ad altre procedure di immunizzazione, specialmente se in trattamento ad alte dosi, per il possibile rischio di complicazionineurologiche e la mancanza di risposta anticorpale. Possono invece essere immunizzati i pazienti che ricevono corticosteroidi come terapia sostitutiva, ad es. per morbo di Addison. I pa-zienti trattati con dosi di corticosteroidi immunosoppressive vanno avvertiti di evitare di esporsi a varicella e morbillo e, se esposti, di consultare il loro medico. Questo e` di particolare impor-tanza per i bambini. La terapia corticosteroidea nella tubercolosi attiva va ristretta ai casi di tubercolosi fulminante o disseminata ed effettuata in associazione ad appropriato trattamentoantitubercolare. Pazienti con tubercolosi latente o reattivita` alla tubercolina che ricevano corticosteroidi devono essere sottoposti a stretta sorveglianza per la possibilita` di una riattivazione
della malattia. Nel caso di terapie prolungate devono ricevere chemioprofilassi e, nel caso si usirifamicina, ne va considerato l`effetto stimolante della clearance di corticosteroidi, con possibile necessita` di un loro adeguamento posologico. L`impiego di corticosteroidi deve essere effet-tuato alla dose minima che permette il controllo della malattia in trattamento; una riduzione del dosaggio, quando possibile, deve essere graduale. Uno stato di insufficienza surrenalica se-condaria, indotta dai glucocorticoidi, puo` essere minimizzato con una riduzione graduale del loro dosaggio. Questo tipo di insufficienza relativa puo` persistere per mesi dopo la cessazionedella terapia e pertanto, in caso di stress durante questo periodo, il trattamento corticosteroideo va ripreso e puo` esserne necessario un aumento di dosaggio se e` gia` in corso. Poiche` in talesituazione puo` essere compromessa anche la secrezione mineralcorticoide, vanno contemporaneamente somministrati sale e/o mineralcorticoidi. Nei pazienti con ipotiroidismo e in quellicon cirrosi epatica gli effetti dei corticosteroidi risultano aumentati. Nei pazienti con herpes simplex oculare si raccomanda un uso prudente dei corticosteroidi, per la possibilita` di perfo-razione corneale. Durante terapia corticosteroidea puo` manifestarsi confusione mentale e possono aggravarsi instabilita` emotiva e tendenze psicotiche preesistenti. I corticosteroidi vannousati con cautela in caso di: colite ulcerosa aspecifica con pericolo di perforazione, di ascessi o di altre infezioni da piogeni; diverticolite; anastomosi intestinali recenti; ulcera peptica attivao latente; insufficienza renale; ipertensione; osteoporosi e miastenia grave. Poiche` le complicazioni della terapia glucocorticosteroidea sono dipendenti da dose, quantita` e durata del tratta-mento, questo va deciso per ciascun paziente, valutandone rischi e benefici. Poiche` la somministrazione di corticosteroidi puo` alterare la crescita di neonati e bambini e inibirne laproduzione di corticosteroidi endogeni, crescita e sviluppo di questi pazienti sottoposti a terapie prolungate vanno attentamente controllati. In alcuni pazienti i corticosteroidi possono alterarela motilita` e il numero degli spermatozoi.
AVVERTENZE SPECIALI:
Non e` nota un`influenza diretta del farmaco sulla capacita` di guidare e di usaremacchine che puo` tuttavia essere ridotta in rari casi di effetti indesiderati di tipo neurologico.
USO IN GRAVIDANZA:
In mancanza di studi controllati condotti nel genere umano, il rischio di effettidannosi a carico del feto a seguito di assunzione di corticosteroidi non puo` essere escluso. Pertanto l`uso di Celestone durante la gravidanza e` da riservarsi, a giudizio del medico, ai casi diassoluta necessita` dopo attenta valutazione dei potenziali rischi e benefici per la madre e per il feto. Le donne che hanno ricevuto terapia corticosteroidea durante la gravidanza devono essereattentamente controllate durante il travaglio ed il parto per eventuali segni di insufficienza surrenalica dovuta allo stress che accompagna la nascita di un bimbo. Poiche` i corticosteroidi at-traversano la barriera placentare, segni di iposurrenalismo vanno accuratamente ricercati nei neonati di madri che hanno ricevuto dosi significative di corticosteroidi durante la gravidanza. Ineonati e i bambini piccoli vanno, inoltre, attentamente esaminati per la possibilita` di comparsa della rarissima cataratta congenita. I corticosteroidi non sono indicati per il trattamento dellamalattia delle membrane ialine dopo la nascita e non vanno usati per la sua profilassi nelle donne gravide con eclampsia, preeclampsia ed evidenza di danno placentare. I corticosteroidi com-paiono nel latte delle donne che allattano. Pertanto, a causa dei potenziali effetti indesiderati di Celestone nei bambini nutriti al seno, occorre decidere se evitare l`allattamento al seno o inter-rompere il trattamento col farmaco, in funzione dell`importanza che questo riveste per la madre. Nelle donne in eta` fertile un`eventuale gravidanza deve essere sempre esclusa prima dell`iniziodel trattamento e durante il trattamento stesso deve essere assicurata un`efficace copertura anticoncezionale.
INTERAZIONI:
Interazioni con farmaci. L`uso contemporaneo di fenobarbital, fenitoina, rifampici-na o efedrina puo` aumentare il metabolismo dei corticosteroidi e ridurne l`efficacia terapeutica.
Pazienti trattati con un corticosteroide e un estrogeno vanno controllati per la possibilita` di uneccesso di effetti corticosteroidei. L`uso contemporaneo di corticosteroidi e diuretici che fanno eliminare potassio puo` incrementare l`ipokaliemia. L`uso concomitante di corticoidi e glucosidicardiaci puo` aumentare la possibilita` di aritmie e la tossicita` digitalica associata ad ipokaliemia. I corticosteroidi possono incrementare la deplezione potassica da amfotericina B. In tutti i pa-zienti trattati con le suddette associazioni va controllato strettamente il livello degli elettroliti sierici ed in particolare quello del potassio, per un eventuale reintegro. L`uso di corticosteroidi inconcomitanza con anticoagulanti cumarinici puo` aumentarne o diminuirne l`azione anticoagulante e richiederne un adeguamento posologico. Gli effetti associati di farmaci antiinfiammatorinon steroidei o di alcool e glicocorticoidi puo` portare all`aumento di frequenza o di gravita` di ulcere gastrointestinali. I corticosteroidi possono far abbassare le concentrazioni ematiche deisalicilici. Nell`ipoprotrombinemia l`acido acetilsalicilico va usato con prudenza in associazione a corticosteroidi. La somministrazione di corticosteroidi a pazienti diabetici puo` rendere neces-sario un adeguamento di dosaggio degli antidiabetici. In somministrazione concomitante, i corticosteroidi possono inibire la risposta alla somatotropina. Durante la somministrazione disomatotropina vanno evitate dosi di betametasone superiori a 0.3 - 0.45 mg/m
2/die. Interazioni
con i test di laboratorio. I corticosteroidi possono interferire con il test al nitroblu di tetrazolioper le infezioni batteriche e dar luogo a risultati falsamente negativi.
POSOLOGIA:
Il dosaggio necessario e` variabile e deve essere personalizzato in base al tipo e gra-vita` della malattia e alla risposta del paziente. N
EGLI ADULTI il dosaggio iniziale puo` variare da0,25 a 8,0 mg di betametasone al giorno, in funzione della malattia da trattare. In situazioni di
minor gravita` bastano in genere dosi minori, benche` in particolari pazienti possa rendersi ne-cessario un dosaggio iniziale piu` elevato. Il dosaggio iniziale va mantenuto, o adeguato, fino all`ottenimento di una risposta soddisfacente. Se dopo un ragionevole periodo di tempo non siottiene una risposta adeguata il trattamento con Celestone va sospeso e sostituito con altra terapia appropriata. NEI BAMBINI il dosaggio iniziale di betametasone per via orale varia da 0,017a 0,25 mg per kg di peso al giorno, oppure da 0,5 a 0,75 mg/m
2/die. Per neonati e bambini il
dosaggio va stabilito in base alle stesse considerazioni fatte per gli adulti, piuttosto che a stretticriteri di eta` e di peso corporeo. Quando si e` ottenuta una risposta favorevole va stabilita una
appropriata terapia di mantenimento, riducendo il dosaggio iniziale per piccoli decrementi adappropriati intervalli fino a raggiungere il dosaggio minimo in grado di mantenere un`adeguata risposta terapeutica. Le situazioni di stress non correlate con la malattia in trattamento possonorichiedere un aumento del dosaggio di Celestone. In caso di remissione spontanea di una malattia cronica, il trattamento va sospeso. La sospensione del farmaco dopo terapia a lungo ter-mine va effettuata per riduzione graduale del dosaggio. A
RTRITE REUMATOIDE ED ALTRE-
MALATTIE REUMATOIDEE:
si consiglia un dosaggio iniziale di 1-2,5 mg al giorno fino ad ottenimento di unarisposta valida, che di solito si ha in 3-4 giorni, oppure per un periodo di sette giorni. Benche` in
genere non siano richiesti, per ottenere la risposta iniziale desiderata possono essere impiegatidosaggi maggiori. Se non si ottiene una risposta entro sette giorni, e` il caso di rivedere la diagnosi. Quando si e` ottenuta una risposta favorevole, il dosaggio va diminuito di 0,25 mg ogni2-3 giorni, fino a raggiungere la dose di mantenimento appropriata, usualmente compresa fra 0,15 e 1,5 mg al giorno. Negli attacchi acuti di gotta la terapia va continuata solo per pochi gior-ni dopo la regressione dei sintomi. La terapia corticosteroidea dei pazienti con artrite reumatoide non esclude la necessita` di adeguate misure di supporto, quando indicate.
B ORSITE:
ildosaggio iniziale e` di 1-2,5 mg/die, suddivisi in piu` somministrazioni. Una risposta clinica soddisfacente si osserva di solito entro 2-3 giorni, dopodiche` il dosaggio va gradualmente ridottonel giro di qualche giorno e poi sospeso. Usualmente e` necessario solo un breve periodo di trattamento, ma in caso di recidiva e` indicato un secondo ciclo di terapia.
S TATO ASMATICO:
per ri-solvere l`attacco possono essere necessari fino a 3,5-4,5 mg al giorno per 1-2 giorni. La dose viene poi ridotta di 0,25-0,5 ogni secondo giorno, fino a raggiungere il dosaggio di manteni-mento o a cessare la terapia. A
SMA CRONICA RESISTENTE:
di solito si somministrano inizialmente3,5 mg/die (ma a volte possono esserne necessari di piu`) fino all`ottenimento di una risposta
soddisfacente o per un periodo standard di 7 giorni. Il dosaggio viene poi ridotto di 0,25-0,5mg al giorno fino ad una dose di mantenimento adeguata. E
NFISEMA E FIBROSI POLMONARE:
il trat-tamento inizia solitamente con 2-3,5 mg/die in somministrazione frazionata per piu` giorni, fino
a soddisfacente miglioramento. Si riduce poi il dosaggio di 0,5 mg ogni 2-3 giorni fino ad unappropriato valore di mantenimento, che in genere e` compreso tra 1 e 2,5 mg. P
OLLINOSI (FEBBRE DA FIENO)
RESISTENTE:
la terapia va orientata ad un adeguato sollievo sintomatologico durante ilpicco stagionale. Nel primo giorno vanno somministrati 1,5-2,5 mg, in piu` somministrazioni,
quindi la dose totale va ridotta di 0,5 mg al giorno fino a ricomparsa dei sintomi, e quindi messaa punto e mantenuta su tale livello per tutta la durata del picco stagionale (di solito non superiore a 10-14 giorni). Celestone Liquido va impiegato come complemento di altre appropriate terapieantiallergiche solo in caso di necessita`. L
UPUS ERITEMATOSO DISSEMINATO:
anche se a volte pos-sono essere necessarie dosi piu` elevate per ottenere una risposta soddisfacente, il dosaggio
utile iniziale e` generalmente di 1-1,5 mg 3 volte al giorno per parecchi giorni. La posologia vaquindi ridotta fino ad un adeguato livello di mantenimento (di solito compreso fra 1,5 e 3 mg al giorno).
MALATTIE DERMATOLOGICHE:
il dosaggio iniziale varia da 2,5 a 4,5 mg al giorno, fino acontrollo soddisfacente della malattia, con successiva riduzione di 0,25-0,5 mg ogni 2-3 giorni fino a raggiungere un`adeguata dose di mantenimento. Nelle malattie autolimitantisi e di brevedurata, la terapia puo` di solito essere sospesa senza recidiva dopo che il processo sia rimasto sotto controllo per alcuni giorni. Per le malattie che richiedono lunghi periodi di trattamento, laposologia e` variabile e per il dettaglio dei relativi programmi terapeutici i medici devono attenersi ai dati aggiornati della letteratura. M ALATTIE INFIAMMATORIE OCULARI (DEL SEGMENTO POSTERIORE):la terapia va iniziata con 2,5-4,5 mg/die in somministrazione frazionata per un periodo standard di 7 giorni o, se la malattia e` piu` breve, fino ad ottenimento di un soddisfacente controllo. Il do-saggio va quindi ridotto di 0,5 mg/die fino a valori di mantenimento nelle malattie croniche che richiedono una terapia continuata. Nelle malattie acute o autolimitantisi, la terapia va invececessata dopo un periodo adeguato. S
INDROME ADRENOGENITALE:
il dosaggio va personalizzato eregolato per mantenere un normale livello di 17-chetosteroidi urinari; 1-1,5 mg/die in somministrazione frazionata sono generalmente efficaci.
MONOSOMMINISTRAZIONE GIORNALIERA:
per co-modita` del paziente e per una migliore aderenza al dosaggio, tutta la dose giornaliera di mantenimento puo` essere somministrata in una sola volta al mattino presto.
TERAPIA A GIORNI ALTERNI:
questo corticosteroide non e` raccomandato per la somministrazione a giorni alterni,perche` il betametasone ha una lunga emivita biologica (36-54 ore) che si associa ad effetti soppressivi sull`asse HPA. Se e` necessaria una terapia orale a lungo termine, va preso in conside-razione uno schema posologico a giorni alterni con corticosteroidi a durata di azione intermedia (prednisone, prednisolone o metilprednisolone).
OMISSIONE DI UNA O PIU` DOSI:
Nel caso sia stata omessa la somministrazione di una o piu` dosi, as-sumere un confetto non appena possibile, quindi ricominciare con lo schema regolare. Non
raddoppiare la dose.
SOVRADOSAGGIO:
Sintomi: il sovradosaggio acuto di glucocorticoidi, betametasone incluso, noncomporta situazioni di pericolo di vita. Ad eccezione di dosaggi estremi, un sovradosaggio di
corticosteroidi per pochi giorni non ha probabilita` di produrre risultati pericoliosi in assenza dicontroindicazioni specifiche come diabete mellito, glaucoma o ulcera peptica attiva o di trattamento concomitante con farmaci tipo digitale, cumarinici, o diuretici che provocano deplezionedi potassio. Trattamento: il sovradosaggio acuto va trattato immediatamente inducendo il vomito o con lavanda gastrica. Altrimenti, le complicazioni derivanti dagli effetti metabolici del cor-ticosteroide o dagli effetti deleteri di malattie di fondo o concomitanti o risultanti da interazioni farmacologiche vanno trattate come appropriato.


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