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ALFAFERONE

ALFAWASSERMANN SpA
PRINCIPIO ATTIVO:
Interferone alfa naturale leucocitario
ECCIPIENTI:
Cloruro di sodio, cloruro di potassio, fosfato di potassio monobasico, fosfato di so-dio bibasico, acqua per preparazioni iniettabili
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
Immunostimolanti /citochine e immunomodulatori, interferoni.
INDICAZIONI:
NEOPLASIE DEL SISTEMA LINFATICO ED EMOPOIETICO:
Leucemia a cellule capellute (Tri-coleucemia). Mieloma multiplo: terapia di mantenimento per i pazienti in remissione obbiettiva
della malattia dopo trattamento di induzione. Linfoma non Hodgkin: nel linfoma follicolare adelevata massa neoplastica come integrazione della chemioterapia con doxorubicina, ciclofosfamide, teniposide e prednisolone. Micosi fungoide. Leucemia mieloide cronica
NEOPLASIE SOLIDE:
Sarcoma di Kaposi nei pazienti affetti da AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) senza storia di infezioni opportunistiche. Sensibile giovamento e` stato riscontrato in una parte di pa-zienti affetti da carcinoma renale e melanoma maligno M
ALATTIE VIRALI:
Epatite
B:
trattamento dipazienti adulti con epatite cronica attiva B che presentano markers di replicazione virale, ad
esempio positivi per HBV-DNA, DNA polimerasi o HbeAg. Epatite cronica non-A non-
B:
riduzio-ne a breve termine dell`attivita` della malattia in pazienti adulti con epatite cronica attiva non-A non-B con elevati enzimi epatici e senza scompenso epatico. Non sono dimostrati benefici alungo termine sui quadri clinico ed istologico. Condilomatosi acuminata.
CONTROINDICAZIONI:
Ipersensibilita` accertata all`interferone alfa o a qualsiasi componente laspecialita`; preesistenza di grave malattia cardiaca; grave disfunzione renale o epatica; epilessia e/o compromissione della funzionalita` del sistema nervoso centrale (S.N.C.); epatite cronicacon cirrosi avanzata e scompenso epatico; epatite cronica in pazienti in trattamento o che sono stati trattati recentemente con agenti immunosoppressori, con l`esclusione di una recente inter-ruzione di un trattamento a breve termine con corticosteroidi; epatite autoimmune; malattia tiroidea preesistente non controllabile con terapia convenzionale.
EFFETTI INDESIDERATI:
L`interferone alfa e` una sostanza biologicamente molto attiva e puo` causareeffetti collaterali che sono comunque dose correlati e reversibili, poiche` si attenuano non appena viene ridotta la dose o interrotto il trattamento. Una sintomatologia similinfluenzale con feb-bre, brividi, cefalea, mialgie e astenia e` quasi costante durante i primi giorni di terapia e solitamente si attenua nei giorni successivi. Talvolta si puo` avere perdita dell`appetito e nausea,meno frequentemente vomito e diarrea. Alcuni pazienti presentano un`astenia persistente che in alcuni casi puo` richiedere l`interruzione del trattamento. L`interferone alfa ha un effetto mie-lodepressivo, particolarmente sulla serie granulocitaria, ma con terapie a dosi relativamente ridotte (3-6 milioni UI al giorno) tale effetto raramente richiede l`interruzione del trattamento. Inalcuni soggetti con malattie cardiovascolari sono state segnalate ipotensione ed aritmie in seguito alla terapia con interferone; si richiede quindi cautela nel trattamento di questi pazienti. Inpochi pazienti trattati con alte dosi di interferone alfa sono stati descritti disturbi del S.N.C. (sonnolenza, confusione, atassia), talvolta associati ad alterazioni elettroencefalografiche, comple-tamente reversibili con la sospensione del trattamento. Ulteriori effetti indesiderati sono rappresentati da modificazioni della funzionalita` epatica, lieve alopecia, secchezza della pelle,eritema e rash cutaneo. Sono state segnalate anche reazioni della pelle nel punto di iniezione.
ANTICORPI NEUTRALIZZANTI:
Contrariamente a quanto osservato nei pazienti trattati con interferoniricombinanti, non e` mai stata segnalata la comparsa di anticorpi neutralizzanti nei pazienti trattati con interferone alfa da leucociti normali.
PRECAUZIONI D`IMPIEGO:
Deve essere raccomandato ai pazienti di non cambiare il tipo di interfe-rone senza il parere del medico, poiche` la posologia potrebbe essere diversa. La sintomatologia
similinfluenzale, che rappresenta la piu` comune reazione collaterale osservata durante il tratta-mento con interferone alfa, puo` essere parzialmente controllata con il paracetamolo. E` stato notato inoltre che la somministrazione del farmaco prima di coricarsi riduce l`insorgenza deglieffetti indesiderati. E` opportuno che i pazienti siano ben idratati, specialmente durante la prima fase del trattamento. Pazienti trattati con interferone alfa per epatite cronica non-A non-B pos-sono raramente sviluppare disfunzioni tiroidee, con ipotiroidismo o ipertiroidismo. Negli studi clinici meno del 1% (4/426) dei pazienti ha sviluppato anomalie tiroidee. Queste alterazioni sonorisultate controllabili dalle terapie convenzionali per le disfunzioni tiroidee. Il meccanismo con cui l`interferone alfa puo` alterare l`equilibrio tiroideo e` sconosciuto. Prima di iniziare la terapiaper il trattamento dell`epatite cronica non-A non-B, devono essere valutati i livelli serici dell`ormone tireotropo (TSH). Ogni anormalita` tiroidea riscontrata deve essere trattata con terapiaconvenzionale. Il trattamento puo` essere iniziato se i livelli di TSH possono essere mantenuti normali dalla terapia. Se durante il ciclo di terapia con Alfaferone un paziente sviluppa sintomiindicativi di disfunzione tiroidea, devono essere valutati i livelli di TSH. In presenza di disfunzione tiroidea il trattamento puo` essere continuato se i livelli di TSH possono essere mantenutinormali con la terapia. La disfunzione tiroidea comparsa durante il trattamento non e` reversibile con l`interruzione della terapia.
AVVERTENZE SPECIALI:
I pazienti dovrebbero essere informati oltre che dei benefici anche degli effetticollaterali legati alla terapia. Le iniezioni intramuscolari vanno praticate nella regione glutea o
deltoidea, alternando successivamente le sedi di inoculazione. Durante il trattamento e` neces-sario eseguire periodici controlli della funzionalita` emopoietica, epatica e dell`equilibrio elettrolitico. Tali controlli vanno eseguiti prima di iniziare il trattamento e ad intervalli regolari durantela terapia (vedere esami di laboratorio). I pazienti cardiopatici, in particolare se con anamnesi di infarto miocardico recente e/o aritmia pregressa o comunque in atto, devono essere accu-ratamente seguiti e sottoposti a controlli elettrocardiografici prima e durante la terapia. In presenza di alterazioni emocoagulative e mielodepressione il prodotto va usato con cautela. Se e`presente trombocitopenia con valori di piastrine inferiori a 50.000/mm3 e` da preferire la somministrazione sottocutanea. Le manifestazioni a carico del S.N.C. possono assumere un carat-tere di maggiore significativita` nei pazienti anziani trattati a dosi elevate. Questa sintomatologia e` in genere rapidamente reversibile; solo in pochi casi la completa risoluzione dei sintomi puo`richiedere tempi piu` lunghi (sino a 3 settimane). Per tutto il periodo in cui persistono le manifestazioni a carico del S.N.C. i pazienti vanno attentamente controllati e, se ritenuto necessario, iltrattamento con interferone alfa va interrotto. La contemporanea assunzione di farmaci sintomatici (ipnotici, sedativi, narcotici) va attuata con cautela. Benche` non siano stati osservati fe-nomeni gravi di ipersensibilita` acuta all`interferone alfa (orticaria, angioedema, broncocostrizione, anafilassi) nell`eventualita` di una loro comparsa puo` essere necessario in-terrompere immediatamente la somministrazione del farmaco ed instaurare un`adeguata terapia medica. In alcuni pazienti sono stati rilevati rash cutanei transitori, che peraltro non hanno ri-chiesto l`interruzione del trattamento. In pazienti con epatite cronica B casi di aumento delle transaminasi seguiti da sieroconversione sono descritti fino a 3 mesi dalla fine del trattamento.In alcuni pazienti con condilomatosi acuminata la risposta clinica si puo` osservare entro un mese dalla fine del trattamento. L`efficacia del prodotto in pazienti con epatite cronica attiva Be coinfezione da virus dell`immunodeficienza umana (HIV) non e` stata dimostrata. E
SAMI DI LABORATORIO:
vengono raccomandati i seguenti esami per tutti i pazienti in terapia con interferonealfa per via parenterale prima di iniziare il trattamento e quindi ad intervalli regolari: test ematologici standard, compreso esame emocromocitometrico completo e differenziato e conteggiodelle piastrine; esami ematochimici, degli elettroliti e della funzionalita` epatica e renale.
USO IN PEDIATRIA:
Sicurezza ed efficacia dell`interferone alfa non sono stati stabiliti nei pazienti di eta` inferiore ai 18 anni.
USO IN GRAVIDANZA:
Non sono stati condotti studi controllati su donne in gravidanza. Alfaferonedeve essere somministrato durante la gravidanza solo se i benefici attesi possono giustificare
i potenziali rischi per il feto. In studi con interferone nei primati non umani sono state osservateanomalie del ciclo mestruale. Sono stati riportati in donne trattate con interferone da leucociti umani diminuzioni delle concentrazioni sieriche di estradiolo e progesterone. Le donne fertilidebbono mettere in atto misure contraccettive durante il trattamento con il farmaco. Alfaferone inoltre, deve essere usato con prudenza negli uomini fertili. Non e` noto se il farmaco vengaescreto con il latte materno. Comunque studi nei topi hanno mostrato che gli interferoni del topo vengono escreti nel latte. Una decisione circa l`eventuale sospensione dell`allattamento o delfarmaco deve essere presa in base all`importanza della terapia per la madre.
INTERAZIONI:
Il trattamento determina una ridotta clearance ed un allungamento dell`emivita pla-smatica della teofillina.
POSOLOGIA:
Gli schemi terapeutici di seguito riportati per ciascuna situazione patologica fannoriferimento all`ampia sperimentazione clinica condotta con interferone alfa. I dosaggi e le vie di somministrazione vanno comunque adattati alla risposta individuale. Le dosi piu` elevate pos-sono essere somministrate per infusione endovenosa lenta della durata di 30-60 minuti, aggiungendo il quantitativo previsto dallo schema posologico a 50 ml di soluzione fisiologica(vedere preparazione della soluzione di Alfaferone per uso perfusionale). L
EUCEMIA A CELLULE CAPELLUTE (TRICOLEUCEMIA): il trattamento e` indicato in pazienti di eta` non inferiore ai 18 anni. Ildosaggio raccomandato e` di 3 milioni UI per via intramuscolare o sottocutanea 3 volte la settimana. Prima di iniziare il trattamento e` consigliabile controllare nel sangue periferico il tasso diemoglobina ed il numero di piastrine, di granulociti e di cellule capellute. Il conteggio delle cellule capellute va eseguito anche nel midollo osseo. Questi parametri, controllati periodicamen-te, consentono di valutare la risposta al trattamento. Poiche` la normalizzazione completa dei parametri immunologici puo` richiedere alcuni mesi di terapia, il dosaggio deve essere mante-nuto per almeno 6 mesi prima di decidere una eventuale sospensione del farmaco per mancata risposta al trattamento. In caso di risposta positiva e` opportuno proseguire la terapia finche` sicontinuano ad osservare nuovi miglioramenti del quadro ematologico e poi, dopo che quest`ultimo si e` stabilizzato, per ulteriori 3 mesi. Non e` stata ancora stabilita l`opportunita` di prolungareil trattamento oltre questo periodo. M
IELOMA MULTIPLO:
il trattamento va iniziato con una dose di3 milioni UI somministrata per via sottocutanea o intramuscolare 3 volte la settimana. Tale dose
va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilita` individuale, fino a raggiungere un mas-simo di 6-12 milioni UI 3 volte la settimana. Questo schema terapeutico va mantenuto indefinitamente, a meno che la malattia progredisca rapidamente o insorgano gravi fenomeni diintolleranza. L
INFOMI NON HODGKIN:
il dosaggio consigliato e` di 5 milioni UI somministrati per viasottocutanea o intramuscolare 3 volte alla settimana per la durata di 18 mesi. M
ICOSI FUNGOIDE:
il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni UI al giorno per via intramuscolare o sottocutanea. Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilita` individuale, fino araggiungere un massimo di 9-12 milioni UI al giorno. Dopo 3 mesi si puo` attuare una terapia di mantenimento con 6-12 milioni di unita` somministrate 3 volte la settimana. Le dosi piu` elevatepossono essere somministrate per infusione endovenosa lenta della durata di 30-60 minuti, aggiungendo il quantitativo previsto dallo schema posologico a 50 ml di soluzione fisiologica (ve-dere preparazione della soluzione di Alfaferone per uso perfusionale). Leucemia mieloide cronica: il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni UI al giorno per via intramuscolareo sottocutanea. Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilita` individuale, fino a raggiungere un massimo di 9 milioni UI al giorno. Una volta ottenuto il controllo dei globulibianchi il dosaggio puo` essere somministrato 3 volte la settimana. Questo schema posologico puo` essere mantenuto indefinitamente a meno che la malattia progredisca rapidamente o insor-gano gravi fenomeni di intolleranza. S
ARCOMA DI KAPOSI NEI PAZIENTI CON AIDS:
il trattamento vainiziato con una dose di 3 milioni UI al giorno per via intramuscolare o sottocutanea. Tale dose
va aumentata progressivamente, in base alla tollerabilita` individuale, fino a raggiungere un mas-simo di 9-12 milioni UI al giorno. Dopo 2 mesi si puo` attuare una terapia di mantenimento con 9-12 milioni UI 3 volte la settimana. Le dosi piu` elevate possono essere somministrate per in-fusione endovenosa lenta della durata di 30-60 minuti, aggiungendo il quantitativo previsto dallo schema posologico a 50 ml di soluzione fisiologica (vedere preparazione della soluzione diAlfaferone per uso perfusionale). C
ARCINOMA RENALE:
il trattamento va iniziato con una dose di3 milioni UI al giorno per via intramuscolare o sottocutanea. Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilita` individuale, fino a raggiungere 6-9 milioni UI al giorno. Dopo3 mesi si puo` attuare una terapia di mantenimento con 6-9 milioni di unita` somministrate 3 volte la settimana per un ulteriore periodo di 6 mesi. Nota: lo stesso schema puo` essere seguito as-sociando l`impiego di vinblastina alla dose di 0,1 mg/Kg endovena ogni 21 giorni. M
ELANOMA MALIGNO:
il trattamento va iniziato con una dose di 3 milioni UI al giorno per via intramuscolareo sottocutanea. Tale dose va aumentata settimanalmente, in base alla tollerabilita` individuale,
fino a raggiungere 6-9 milioni UI al giorno. Dopo 3 mesi si puo` attuare una terapia di manteni-mento con 6-9 milioni di unita` somministrate 3 volte la settimana per un ulteriore periodo di 6 mesi.
EPATITE CRONICA ATTIVA B:
il miglior schema di trattamento non e` stato tuttora stabilito. Ildosaggio e` usualmente compreso tra 2,5 e 5 milioni UI/m2 di superficie corporea somministrati per via sottocutanea o intramuscolare tre volte la settimana per un periodo da quattro a sei me-si. Se i markers di replicazione virale o HBeAg non dovessero diminuire dopo un mese di terapia, la dose puo` essere aumentata. Il dosaggio puo` essere ulteriormente modificato in rapportoalla tollerabilita` individuale. Se non sara` osservato alcun miglioramento dopo tre o quattro mesi di trattamento, dovra` essere presa in considerazione l`interruzione della terapia. Lo schema te-rapeutico sopra riportato e` applicabile anche nei casi di Epatite B cronica Delta positiva. E
PATITE CRONICA NON-A NON-
B:
la dose ottimale e la durata della terapia non sono tuttora stabilite. Ladose indicata e` di 3 milioni UI somministrata per via sottocutanea tre volte la settimana per un
periodo massimo di sei mesi. La maggior parte dei pazienti che rispondono alla terapia mostra-no un miglioramento dei livelli di transaminasi entro 16 settimane. Nei pazienti che non rispondono dopo 16 settimane di trattamento, dovra` essere presa in considerazione l`interruzionedella terapia con Alfaferone. L`esperienza relativa in materia di ripetizione del trattamento e` limitata.
CONDILOMATOSI ACUMINATA:
il trattamento puo` essere effettuato sia per via generale (sotto-cutanea o intramuscolare) che intralesionale. In determinati casi, soprattutto per lesioni numerose ed estese, puo` essere opportuno associare le due modalita` di somministrazione. Peril trattamento intralesionale si introduce con un ago sottile una dose compresa, a seconda delle dimensioni della lesione, tra 0,1 e 1 milione di UI alla base di ciascuna lesione, valutando il nu-mero di lesioni da trattare in modo che la dose totale somministrata in una singola seduta non sia superiore a 3 milioni UI. Ciascun ciclo di trattamento richiede 3 somministrazioni la settima-na per almeno 3 settimane. Il miglioramento si verifica generalmente a distanza di 4-6 settimane dall`inizio del primo ciclo di trattamento. In alcuni casi puo` essere utile praticare un secondociclo di trattamento utilizzando gli stessi dosaggi. Variazione degli schemi posologici proposti: Nel caso insorgano gravi effetti collaterali gli schemi posologici devono essere modificati o il
trattamento deve essere temporaneamente sospeso. Preparazione della soluzione di alfaferoneper uso perfusionale: Il quantitativo di Alfaferone previsto dallo schema posologico deve essere aggiunto a 50 ml di soluzione fisiologica e somministrato per perfusione lenta in 30-60 minuti.Non devono essere usate soluzioni di destrosio al 5%. Nessun altro farmaco deve essere aggiunto al liquido di perfusione contenente Alfaferone.
SCADENZA E NORME DI CONSERVAZIONE:
Conservare il prodotto tra +2-oC e +8-oC.Il prodotto noncontiene conservanti. La durata di stabilita` a confezionamento integro, nelle condizioni di conservazione indicate, e` di 24 mesi dalla data di produzione.


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