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NIFEDIN20

BENEDETTI SpA
PRINCIPIO ATTIVO:
Nifedipina.
ECCIPIENTI:
Saccarosio, amido di mais, lattosio, povidone K30, copolimero dell`acido metacrili-co, talco. Costituenti della capsula: gelatina, ossido di ferro rosso (E 172), ossido di ferro giallo
(E 172), titanio biossido (E 171).
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
Calcio-antagonista.
INDICAZIONI:
Trattamento della cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica stabile (anginada sforzo). Trattamento dell`ipertensione arteriosa.
CONTROINDICAZIONI:
Ipersensibilita` nota al principio attivo o ad altri componenti della formula-zione. Gravidanza accertata o presunta ed in corso di allattamento. Shock cardiovascolare. Trattamento concomitante con rifampicina (in quanto l`induzione enzimatica non consente diottenere livelli plasmatici efficaci di nifedipina).
EFFETTI INDESIDERATI:
Sono, in genere, transitori e di lieve entita` e sono da attribuire alla sua azionevasodilatatrice; raramente si rende necessario ricorrere alla sospensione del trattamento o ad un adeguamento posologico. Effetti indesiderati che si possono manifestare in piu` dell`1% deipazienti sono: astenia (stanchezza), vasodilatazione (arrossamento, vampate di calore), palpitazioni, nausea, edema periferico, capogiro, cefalea. Effetti indesiderati che si possono mani-festare in meno dell`1% dei pazienti sono: sintomatologia simil-anginosa, dolore toracico, ipotensione, tachicardia, sincope, stipsi, diarrea, mialgia, irritabilita`, parestesia, tremore, verti-gine, prurito, rash (esantema, eritema), alterazione della vista, dispnea, aumento dell`escrezione urinaria giornaliera. Effetti indesiderati che si possono manifestare in casi sporadici sono:iperglicemia, disturbi gastroenterici, (sensazione di ingombro gastro-enterico), alterazione degli indici di funzionalita` epatica (aumento delle transaminasi, colestasi intraepatica), orticaria, der-matite fotosensibile, porpora, iperplasia gengivale, agranulocitosi, ginecomastia, eritromelalgia, dermatite esfoliativa. Sono stati, occasionalmente, segnalati anche: anemia, leucopenia, trom-bocitopenia, epatite, aumento della fosfatasi alcalina, LDH, disturbi della sfera sessuale, ipotensione, pirosi gastrica, flatulenza, crampi intestinali, insonnia, congestione nasale, mal di gola,tosse, asma, rigidita` ed infiammazioni articolari, sudorazione, brivido, febbre. Altre formulazioni di nifedipina: reazione allergica (reazione anafilattica). Nei pazienti dializzati con ipertensionemaligna ed ipovolemia si puo` verificare una importante caduta dei valori pressori a causa della vasodilatazione periferica.
PRECAUZIONI D`IMPIEGO:
Per gli effetti della nifedipina sulle resistenze vascolari periferiche e` rac-comandabile prudenza in caso di marcata ipotensione (pressione sistolica inferiore a 90
mmHg) ed e` necessario controllare attentamente la pressione arteriosa all`inizio della terapia efino a quando non sia stata raggiunta la posologia di mantenimento. Per lo stesso motivo la nifedipina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca, stenosi aorticaed in quelli in trattamento con beta-bloccanti o farmaci ipotensivi. Particolare attenzione dovra` esser prestata nelle donne in stato di gravidanza. In situazioni di emergenza ipertensiva, qualead esempio l`eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilita` e lo stretto controllo del medico. Si raccomanda particolare cautela quando si somministri nifedipina in asso-ciazione a solfato di magnesio per via endovenosa, a causa di una possibile eccessiva caduta pressoria. Nei pazienti con funzionalita` epatica compromessa puo` rendersi necessario un ac-curato controllo e, nei casi gravi, una riduzione del dosaggio.
AVVERTENZE SPECIALI:
La comparsa di edema periferico in pazienti affetti da insufficienza cardiacacongestizia rende necessaria la differenziazione degli edemi dovuti alla nifedipina da quelli conseguenti ad un peggioramento della funzionalita` ventricolare sinistra. Durante il trattamento dipazienti diabetici o a rischio diabetico, la glicemia deve essere accuratamente controllata; se compare iperglicemia la terapia deve essere sospesa. La nifedipina e` controindicata in corso digravidanza, avvertire il proprio medico dell`intenzione di avere un figlio. La nifedipina si e` dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto e nel coniglio, comprese le anomalie di-gitali. Tali anomalie sono, verosimilmente, il risulato della compromissione del flusso ematico uterino. La somministrazione del principio attivo ha comportato una varieta` di effetti tossici acarico dell`embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipertrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli embrionie dei feti (ratto, topo, coniglio), e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto; non valutabile in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embrio-tossici e fetotossici erano tossici per l`organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori la posologia massima indicata per l`impiego umano. Non esistono studi adeguatie ben controllati nelle donne in gravidanza. In casi singoli di fertilizzazione in vitro, i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corri-spondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma. Nei casi di ripetuto insuccesso della fertilizzazione in vitro, non riconducibili ad altrimotivi, i calcio-antagonisti come la nifedipina dovrebbero essere considerati come possibile causa. La nifedipina passa nel latte materno. Poiche` non esistono dati sui possibili effetti sulneonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo, l`allattamento dovrebbe essere interrotto.
EFFETTI SULLA GUIDA E USO DI MACCHINARI:
Il prodotto, specie se assunto contemporaneamente a bevan-de alcooliche, puo` ridurre la capacita` di reazione; di cio` devono tener conto tutti coloro che guidano autoveicoli o eseguono operazioni che richiedono integrita` del grado di vigilanza.
INTERAZIONI:
La terapia concomitante con farmaci beta-bloccanti e` generalmente ben tollerata;tuttavia c`e` il rischio di ipotensione, esacerbazione di angina e insufficienza cardiaca. La contemporanea somministrazione di nifedipina e digossina puo` condurre ad un aumento dei livelliplasmatici di digossina, legata ad una riduzione della sua clearance. A scopo precauzionale il paziente dovrebbe percio` essere controllato per rilevare l`eventuale comparsa di sintomi di so-vradosaggio di digossina e, se necessario, per aggiustare il dosaggio di digossina sulla base dei suoi livelli plasmatici. La concomitante somministrazione di nifedipina con agenti ipotensivi(metildopa, idralazina, captopril, ecc.) puo` favorire l`incidenza di grave ipotensione. In caso di somministrazione contemporanea di nifedipina e cimetidina puo` riscontrarsi una piu` marcatariduzione pressoria. In singoli casi durante la contemporanea somministrazione di nifedipina e chinidina sono stati osservati livelli ridotti di chinidina oppure, dopo sospensione di nifedipina,un netto aumento dei livelli plasmatici di chinidina. Per questa ragione, qualora la nifedipina sia impiegata contemporaneamente o venga sospesa, si raccomanda di mantenere controllata laconcentrazione di chinidina e, se necessario, di aggiustarne il dosaggio. La rifampicina, per il suo effetto di induzione enzimatica, accelera il metabolismo della nifedipina, riducendone po-tenzialmente l`efficacia; per tale motivo l`impiego di nifedipina in combinazione con rifampicina risulta controindicato. Il diltiazem diminuisce la clearance della nifedipina per cui i due principiattivi dovrebbero essere associati con cautela considerando, eventualmente, la riduzione del dosaggio di nifedipina. L`assunzione contemporanea di succo di pompelmo inibisce il metabo-lismo ossidativo della nifedipina con conseguente aumento della sua concentrazione plasmatica che puo` causare un maggiore effetto antiipertensivo. La valutazione dei valori urinaridell`acido vanililmandelico effettuata con il metodo spettrofotometrico, in presenza di nifedipina,
puo` evidenziare falsi incrementi di dell`acido stesso; tali valori non vengono, invece, modificatiutilizzando il metodo HPLC.
POSOLOGIA:
Il trattamento va possibilmente adattato alle necessita` individuali in funzione dellagravita` della malattia e delle risposta del paziente. Nei pazienti con funzionalita` epatica compromessa, puo` rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e, nei casi gra-vi una riduzione del dosaggio. Salvo diversa prescrizione medica, per l`adulto, valgono le seguenti direttive posologiche: 1. In caso di cardiopatia ischemica: angina pectoris cronica sta-bile (angina da sforzo): 1 cps 2 volte al di`. In alcuni casi puo` risultare opportuno incrementare la dose fino ad un massimo di 60 mg al di`. In genere le capsule ritardo vanno deglutite intere,con poco liquido, indipendentemente dai pasti. L`ingestione contemporanea di alimenti ritarda l`assorbimento ma non lo riduce. 2. In caso di ipertensione arteriosa: 1 cps 2 volte al di`. Inalcuni casi puo` risultare opportuno incrementare la dose fino ad un massimo di 60 mg al di`. In genere le capsule ritardo vanno deglutite intere, con poco liquido, indipendentemente dai pasti.L`ingestione contemporanea di alimenti ritarda l`assorbimento ma non lo riduce. L`intervallo di tempo fra due assunzioni di capsule e` di circa 12 ore e non dovrebbe essere inferiore a 4 ore.Qualora in pazienti affetti da angina pectoris non si ottenga un sufficiente risultato terapeutico dopo circa 14 giorni di trattamento, si consiglia su prescrizione medica la somministrazione diNifedin capsule (10 mg) a rapida azione. La sostanza fotosensibile contenuta nella capsula e` sostanzialmente protetta dalla luce all`interno ed al di fuori della confezione. Si consiglia tuttaviadi non esporre a lungo le capsule alla luce solare diretta. Durata del trattamento: la durata del trattamento deve essere stabilita dal medico curante. In relazione alla pronunciata attivita` antii-schemica e antiipertensiva, Nifedin dovrebbe essere sospeso gradualmente, in particolare quando vengono impiegati dosaggi elevati.
SOVRADOSAGGIO:
Nei casi di grave intossicazione da nifedipina sono stati osservati i seguenti sin-tomi: disturbi della coscienza fino al coma, calo della pressione arteriosa, alterazioni del ritmo
cardiaco di tipo tachi/bradicardico, iperglicemia, acidosi metabolica, ipossia, shock cardiogenocon edema polmonare. Trattamento: Per quanto riguarda il trattamento, hanno priorita` l`eliminazione della sostanza attiva e la stabilizzazione delle condizioni cardiovascolari. Dopo l`inge-stione orale e` indicata un`accurata lavanda gastrica associata, se necassario, ad irrigazioni del piccolo intestino. Particolarmente nei casi di intossicazione con le formulazioni di nifedipina alento rilascio, l`eliminazione deve essere la piu` completa possibile, compreso l`intestino tenue, al fine di prevenire l`assorbimento del principio attivo. L`emodialisi e` inutile in quanto la nifedi-pina non e` dializzabile, ma e` consigliabile la plasmaferesi (per l`elevato legame proteico ed il relativamente basso volume di distribuzione). I disturbi bradicardici del ritmo cardiaco possonoessere trattati con beta-simpaticomimetici, mentre per le alterazioni di questo tipo, pericolose per la vita, deve essere preso in considerazione l`impiego di un "pacemaker" temporaneo. L`ipo-tensione come derivante dello shock cardiogeno e della vasodilatazione arteriosa puo` essere trattata con il calcio (10-20 ml di soluzione di calcio gluconato al 10% da somministrarsi len-tamente per via endovenosa, eventualmente da ripetersi). Come risultato, la calcemia puo` raggiungere i valori della norma o superarli di poco. Qualora l`effetto del calcio sulla pressionesanguigna dovesse rivelarsi insufficiente dovranno essere somministrati anche dei vasocostrittori simpaticomimetici, quali la dopamina o la noradrenalina, il cui dosaggio dovra` essere de-terminato esclusivamente dal risultato ottenuto. Infusioni di liquidi o plasma expanders andranno effettuate con cautela a causa del rischio di sovraccaricare il cuore.


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