A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

Home > M > MEDOZIDE





MEDOZIDE

MALESCISpA IST.FARMACOBIOL.
PRINCIPIO ATTIVO:
Metildopa corrispondente a sostanza anidra 300 mg; idroclorotiazide 10 mg.
ECCIPIENTI:
Polietilenglicole 6000, cellulosa microcristallina, talco. Lacca rivestimento: polime-rizzati derivati acido metacrilico (Eudragit E); dietilftalato; polietilenglicole 6000; titanio biossido; talco; rosa eritrosina (E 127).
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
Antipertensivi e diuretici in associazione.
INDICAZIONI:
Ipertensione arteriosa moderata o grave.
CONTROINDICAZIONI:
Gravidanza, allattamento, anuria, gravi nefropatie ed epatopatie (cirrosi inatto, epatiti acute). Feocromocitoma. Il Medozide e` inoltre controindicato nella malattia di Addison non trattata, nell`ipokaliemia di qualunque origine e quando si abbia una sensibilizzazionenei confronti di uno dei due componenti.
EFFETTI INDESIDERATI:
METILDOPA. Gli effetti collaterali dovuti alla metildopa sono poco frequenti.All`inizio del trattamento o quando si aumenta la dose si puo` verificare un effetto sedativo di solito transitorio, vantaggioso in alcuni pazienti ansiosi e apprensivi. In fase iniziale di trattamento,si possono riscontrare sintomi transitori come cefalea, astenia o debolezza. Talvolta possono essere osservati sintomi dovuti a riduzione della pressione arteriosa; essi comprendono verti-gini, stordimento e sintomi di insufficienza cerebro-vascolare. Sono stati segnalati casi di aggravamento dell`angina pectoris. I sintomi di ipotensione ortostatica sono meno numerosi emeno intensi che con altri farmaci antiipertensivi. Tuttavia qualora questi sintomi si verifichino, e` consigliabile ridurre la dose. Questa riduzione si ottiene semplicemente eliminando 1 o 2compresse dalla posologia giornaliera prima del momento in cui si aspetta la comparsa di questi sintomi. Talora si verificano bradicardia, senso di occlusione nasale, lieve secchezza dellefauci e sintomi gastrointestinali tra cui distensione addominale, stipsi, flatulenza e diarrea; essi possono essere generalmente eliminati con la riduzione della dose. Nausea e vomito sono statidescritti solo in pochi casi. Casi di glossidinia e glossifitia sono stati osservati raramente. Quando la metildopa viene somministrata da sola, rararmente si verificano aumento di peso e com-parsa di edema, e questi effetti sono ridotti al minimo per l`azione della componente tiazidica. Se pero` l`edema diventa progressivo, la metildopa deve essere sospesa. In rari casi quando leurine vengono esposte all`aria dopo la minzione, queste possono diventare scure a causa della decomposizione della metildopa o dei suoi metaboliti. Inoltre, si sono verificati casi infrequentidi iperprolattinemia, impotenza, eruzione cutanea, lieve artralgia, mialgia, parestesie, parkinsonismo, disturbi psichici tra cui incubi notturni e psicosi lievi e stadi depressivi reversibili. Sisono anche riscontrati rari casi di trombocitopenia reversibile, sindrome lupuseritematoso-simile, eruzioni lichenoidi. Sono stati segnalati alcuni casi di ipertermia ed alterazioni delle provedi funzionalita` epatica dipendenti dal farmaco. Sono stati riscontrati rari casi di ittero lieve e reversibile. In alcuni casi si e` notato un aumento dell`azotemia. E` stato riportato un caso di paralisidi Bell bilaterale. Tuttavia non e` stato stabilito un sicuro rapporto causale con la metildopa. I
DROCLOROTIAZIDE. Sono stati raramente riscontrati, dopo terapia tiazidica, casi di trombocitopenia,leucopenia, agranulocitosi, anemia aplastica e ittero (ittero colestatico intraepatico). In taluni
pazienti si possono verificare anoressie, irritazione gastrica, nausea, vomito, dolori crampifor-mi, diarrea, stipsi, stordimenti, vertigini, parestesie, cefalea, visione confusa transitoria e scialoadenite. L`ipotensione ortostatica puo` comparire e puo` essere aggravata dall`alcool,barbiturici e narcotici. In una piccola percentuale di casi e` stata segnalata la comparsa di porpora, eruzioni cutanee, orticaria, fotosensibilita`, o altre reazioni di ipersensibilita` quali febbre,disturbi respiratori e reazioni anafilattiche. Sono stati descritti casi in cui i diuretici tiazidici hanno scatenato angioite necrotizzante (vascolite cutanea) in pazienti anziani con anamnesi di ri-petuta e protratta somministrazione di diversi farmaci. Altri effetti collaterali possono comprendere iperglicemia, glicosuria, iperuricemia, spasmi muscolari, debolezza e ansieta`. Inpochi rapporti e` stato messo in relazione l`impiego di tiazidici con casi di pancreatite, xantopsia, ittero neonatale. Ogni qualvolta gli effetti collaterali siano moderati o gravi, la posologia dei diu-retici tiazidici deve essere ridotta o sospesa la terapia.
PRECAUZIONI D`IMPIEGO:
METILDOPA. Nel corso del trattamento con metildopa si sono verificatirari casi di anemia emolitica acquisita. In considerazione di tale rischio, l`impiego del prodotto andra` limitato, dopo attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio da parte del medico, aicasi in cui altri farmaci antiipertensivi di abituale uso siano risultati inefficaci o controindicati. In presenza di sintomi clinici che indichino la possibilita` di anemia, e` opportuno determinarel`emoglobina e/o l`ematocrito; in caso di anemia accertata, la terapia deve essere interrotta. Interrompendo la somministrazione della sola metildopa o instaurando una terapia corticosteroi-dea si verifica, di solito, una rapida scomparsa dell`anemia. Raramente, tuttavia, si sono verificati casi mortali. In alcuni pazienti sottoposti a trattamento protratto con metildopa, si e`riscontrata positivita` nel test di Coombs diretto. Da parte di diversi ricercatori e` stato riferito che l`incidenza della positivita` del test di Coombs variava dal dieci al venti per cento. Raramente siriscontra positivita` nel test di Coombs nei primi 6 mesi di terapia con metildopa; se cio` non si verifica entro 12 mesi e` improbabile che la positivita` si manifesti prolungando il trattamento.Tale fenomeno e` dipendente dalla dose per cui si verifica con la minima frequenza nei pazienti che sono trattati con 1 g di metildopa al giorno o con una posologia minore. Dopo qualche set-timana, o qualche mese dall`interruzione del trattamento, il test di Coombs risulta nuovamente negativo. In caso di necessita` di trasfusioni, l`essere a conoscenza di una reazione positiva altest di Coombs e` utile per la valutazione delle prove crociate di compatibilita`. I pazienti in cui, durante le prove crociate, si riscontra test di Coombs positivo, possono risultare incompatibilinella prova crociata minore. In questo caso e` opportuno eseguire il test di Coombs indiretto. Se questo risulta negativo, la trasfusione con il sangue in esame - che d`altra parte risulta compa-tibile nella prova crociata maggiore - puo` essere senz`altro effettuata. Tuttavia, se questo risulta positivo, spetta all`ematologo o all`esperto in problemi di trasfusioni la decisione della trasfusio-ne con sangue compatibile nella prova crociata maggiore. Raramente si e` rilevata una riduzione reversibile del numero dei leucociti, con interessamento principale dei granulociti. Alla interru-zione del trattamento, si ebbe un ritorno alla norma del numero dei leucociti. Talora nelle prime tre settimane di trattamento con metildopa si e` verificata febbre; in alcuni casi questa era asso-ciata ad eosinofilia o ad alterazione di una o piu` prove di funzionalita` epatica, quali: fosfatasi alcalina sierica, transaminasi sieriche (SGOT, SGPT), bilirubina, flocculazione alla cefalina co-lesterolo, tempo di protrombina e ritenzione della bromosulfonftaleina. Puo` anche verificarsi ittero, con o senza febbre, il quale compare di solito entro i primi due o tre mesi di terapia. Sonostati descritti rari casi di necrosi epatica letale. La biopsia epatica, praticata in diversi pazienti con disfunzione epatica ha evidenziato una necrosi focale microscopica che si potrebbe riferirea ipersensibilita` al farmaco. La valutazione della funzionalita` epatica, il conteggio e la formula leucocitaria dovrebbero essere determinati intervalli durante le prime sei o dodici settimane deltrattamento. La terapia con metildopa deve essere sospesa quando compaiono febbre, alterazioni del test di funzionalita` epatica o ittero. Se queste complicanze sono in rapporto alla meti-ldopa, la febbre e le alterazioni della funzionalita` epatica scompaiono, in maniera caratteristica, dopo la sospensione della terapia. Quando la metildopa e` usata in combinazione ad altri farmaciantiipertensivi si puo` verificare un potenziamento dell`azione antiipertensiva. Come avviene per
tutti i farmaci nuovi, i pazienti devono essere seguiti attentamente al fine di rilevare eventualieffetti collaterali o insolite manifestazioni di idiosincrasia al farmaco. Dato che la metildopa puo` determinare nei campioni urinari una fluorescenza della medesima lunghezza d`onda delle ca-tecolamine, possono venire riportare erroneamente concentrazioni elevate delle catecolamine urinarie; questo dato puo` interferire con una diagnosi di feocromocitoma. La metildopa non e`utile come test diagnostico per il feocromocitoma. Alcuni pazienti possono richiedere dosi minori di anestetici quando sono sotto trattamento con metildopa. Se si verifica ipotensione du-rante l`anestesia, questa puo` essere di solito controllata dai vasopressori. Il recettore adrenergico rimane sensibile durante il trattamento con metildopa. La comparsa di ipertensionearteriosa, talora osservata dopo il trattamento dialitico nei pazienti trattati con metildopa, puo` verificarsi in quanto il farmaco viene eliminato con questo procedimento. Movimenti coreoate-tosici involontari sono stati raramente osservati durante il trattamento con metildopa nei pazienti con grave vasculopatia cerebrale. Se queste manifestazioni compaiono occorre interrompereil trattamento. I
DROCLOROTIAZIDE. L`azotemia puo` essere aggravata dall`idroclorotiazide. Gli effetticumulativi del farmaco possono svilupparsi nei pazienti con funzionalita` renale compromessa.
Se in corso di trattamento di gravi e progressive malattie renali si verifica un aumento dell`azo-temia e oliguria, la somministrazione del farmaco deve essere sospesa. I tiazidici devono essere impiegati con cautela nei pazienti con funzionalita` epatica compromessa o con malattieepatiche progressive, dato che le minime alterazioni del bilancio idrico elettrolitico possono essere cause scatenanti di coma epatico. Reazioni di ipersensibilita` possono verificarsi nei pa-zienti con anamnesi di allergia o di asma bronchiale. L`idroclorotiazide potenzia l`azione di altri farmaci antiipertensivi. Di conseguenza, la posologia di questi ultimi farmaci - specialmente deiganglioplegici- deve essere ridotta di almeno il 50 % non appena l`idroclorotiazide viene aggiunta allo schema terapeutico. E` stata segnalata per i tiazidici la possibilita` che si verifichi una ria-cutizzazione o un`attivazione del lupus eritematoso sistemico. Particolare attenzione deve essere prestata ai segni di squilibrio idrico elettrolitico; in particolare, l`iponatriemia, l`alcalosiipocloremica e la ipokaliemia. Le valutazioni degli elettroliti nel plasma e nelle urine sono di particolare importanza quando il paziente vomita eccessivamente oppure riceve liquidi per via pa-renterale. Segni premonitori, a prescindere dalla causa, sono: secchezza delle fauci, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, irrequietezza, mialgia o crampi muscolari, fatica muscolare,ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali. L`ipokaliemia puo` comparire sotto terapia con idroclorotiazide come con con qualunque altro potente diuretico, specialmente sevi e` una diuresi massiva, quando e` presente una cirrosi grave, o durante una concomitante terapia steroidea o con ACTH. Una interferenza con una adeguata introduzione di elettroliti puo`contribuire all`ipokaliemia. L`ipokaliemia puo` sensibilizzare o esagerare la risposta cardiaca agli effetti tossici della digitale (per esempio aumentare l`eccitabilita` ventricolare). L`ipokaliemia puo`essere prevenuta o trattata con l`impiego del cloruro di potassio o somministrando cibi ad elevato contenuto di potassio. Una qualsiasi insufficienza di cloruro e` per lo piu` modesta e di solitonon richiede un trattamento specifico, tranne in particolari condizioni (in corso di epatopatie o di malattie renali). L`iponatriemia da diluizione puo` verificarsi nei pazienti edematosi nei climicaldi; questa condizione si tratta adeguatamente con la restrizione idrica, piuttosto che con la somministrazione di sale ad eccezione di rari casi nei quali la iponatriemia puo` minacciare se-riamente la vita del paziente. Nella deplezione salina vera e propria la terapia di elezione e` sufficiente reintegrazione dello ione. I farmaci tiazidici aumentano la risposta alla tubocurarina.L`azione antiipertensiva del farmaco puo` risultare esaltata nel paziente postsimpatectomizzato. L`idroclorotiazide riduce la risposta dei valori pressori alla noradrenalina. Questa diminuzionedella risposta pressoria non e` sufficiente a ridurre l`efficacia del farmaco pressorio ai fini terapeutici. Si puo` verificare una ipotensione ortostatica che puo` essere potenziata dall`alcool, daibarbiturici o da sostanze narcotiche. I diuretici tiazidici possono ridurre il livello sierico dello iodio legato alle proteine senza che compaiono segni di alterata funzionalita` tiroidea. Alterazionianatomo-patologiche delle ghiandole paratiroidee con ipercalcemia e ipofosfatemia sono state osservate in pochi pazienti sotto terapia protratta con farmaci tiazidici. Nono sono state eviden-ziate le comuni complicanze dell`iperparatiroidismo quali litiasi renale, riassorbimento osseo e ulcere peptiche. In questi pazienti l`effetto della sospensione della somministrazione di tiazidicisulla calcemia e sulla fosforemia puo` aiutare a decidere se occorre un intervento chirurgico sulla paratiroide. Si puo` verificare una iperuricemia o la comparsa di un attacco di gotta in talunipazienti sotto terapia tiazidica. Il fabbisogno di insulina nei diabetici puo` risultare aumentato, ridotto o inalterato. Un diabete mellito, fino allora latente, puo` manifestarsi sotto terapia tiazidica.
AVVERTENZE SPECIALI:
EFFETTI SULLA CAPACITA` DI GUIDARE E SULL`USO DI MACCHINE. La sonnolenza indot-ta dalla metildopa puo` influenzare la capacita` di guidare e l`uso delle macchine.
POSOLOGIA:
E` opportuno ricercare la posologia ottimale per ciascun paziente iniziando, gene-ralmente, con 1 compressa ogni 12 ore per le prime 48 ore, aggiungendo poi, se necessario, non piu` di 1 compressa per volta con intervalli di 2-3 giorni. In generale non si devono superarele 4 compresse al giorno. E` preferibile suddividere la dose giornaliera in somministrazioni refratte nelle 24 ore.


©MedicineLab.net